
I rappresentanti delle categorie
Pisa, 9 agosto 2019 - Chiusa per inagibilità. Non è un’ipotesi e nemmeno un rischio. Almeno ad oggi, è una certezza messa nera su bianco in un documento del ministero delle infrastrutture inviato nei giorni scorsi anche al Comune di Pisa : dal primo settembre la sede provinciale della Motorizzazione civile chiuderà i battenti e per migliaia di pisani, privati e imprese, che dal 1987 erano soliti recarsi negli uffici di via Lenin a San Martino a Ulmiano per pratiche fondamentali quali patenti, immatricolazioni e revisioni, il futuro è un grande punto interrogativo. Perché sì, il documento stabilisce pure che i 16 dipendenti dall’inizio del mese prossimo siano distribuiti nelle sedi di Livorno e Lucca, ma non dice alcunché su quel che dovranno fare o i residenti nel territorio provinciale. «Ci sono poco più di venti giorni di tempo per evitare l’impasse totale, un danno enorme per interi settori dell’economia del territorio, e perdere un servizio fondamentale per cittadini e imprese» hanno tuonato ieri mattina i presidenti di Cna e Amici di Pisa, rispettivamente, Matteo Giusti e Stefano Ghilardi, i portavoce provinciali di Unasca e Confarca (le associazioni di categoria delle autoscuole e consulenti automobilistici) Andrea Arzilli, Michele Bulleri e Massimo Mosi e quello nazionale del settore bus Riccardo Bolelli, tutti riuniti, sotto il cappello del Comitato per la difesa della Motorizzazione civile di Pisa, costituitosi ormai quasi tre anni fa.
Perché la vicenda dell’ipotesi di chiusura della sede di San Martino a Ulmiano ha radici datate nel tempo trascinandosi per inerzia fin quasi al punto di non ritorno. «Era il 2016 quando si cominciò a parlare dell’accorpamento nella sede di Lucca delle motorizzazioni civili delle tre province della cosiddetta area vasta» ha riepilogato Arzilli. «Non si è proseguito in quella direzione anche per la reazione del territorio, ma siamo andati avanti per anni con quella spada di Damocle sulla testa per anni – ha aggiunto Giusti -: i lavori di manutenzione si sono fermati e si è arrivati all’attuale situazione d’inagibilità». Il dito è puntato proprio contro il Ministero delle Infrastrutture, «reo» di aver ipotizzato una «spending review», «basata esclusivamente sul fatto che la sede di Lucca è di sua proprietà mentre per quella di Pisa paga una locazione senza tener conto – ha sottolineato il presidente di Cna - che quello di Pisa è il secondo territorio della Toscana per bacino di utenza dopo Firenze». Per ora ha reagito solo il sindaco di Pisa Michele Conti che nei giorni scorsi, appena ricevuta la comunicazione, si è attivato mettendo a disposizione immobili di proprietà comunale per evitare il trasferimento. «Il suo impegno è importantissimo al pari di quello della Regione – ha detto Ghilardi -: ma la competenza è nazionale dato che il decisore è il Ministero: dunque è fondamentale che si attivino i parlamentari pisani. Da parte del Comitato il no alla chiusura della Motorizzazione civile di Pisa è fermo e insuperabile»