"Minacciò di morte anche me"

Durante il processo a Pisa, medici testimoniano minacce e comportamenti violenti da parte di Seung, in carcere dal 2023. Psichiatra lo descrive come pericoloso e difficile da gestire.

"Mi minacciò di morte". Tra i testimoni del pubblico ministero, ha seguito il caso il facente funzione capo, Giovanni Porpora, con la sostituta Lydia Pagnini, ieri si sono susseguiti altri medici che nella loro vita professionale hanno incontrato in vari modi Seung, il 35enne in carcere da aprile 2023. Ascoltata, fra gli altri (in aula presenti anche gli studenti del Pacinotti per assistere a un processo penale), la dottoressa Patrizia Falco, psichiatra dell’Asl. "L’imputato venne in ambulatorio con un paziente – ricorda – Era settembre o ottobre 2022. Appena mi vide, mi disse ripetutamente, ’io ti ammazzo’. Ho pensato che fosse sotto effetto della cocaina. Pensava che fossi io la responsabile dell’Spdc "ti ho visto lì". Confessò di aver preso cannabis". Un medico del carcere racconta quando dalla sua cella "Seung mi lanciò un liquido putrido, penso fosse orina".

Sul banco dei testimoni anche il dottor Guido Jacopo Massei, che lavora in Versilia ed è psichiatra dal 2010". "Fu ricoverato da voi?", chiede il pm. "Sì, nel 2008. Interruppe il ricovero. E dal 2011 cominciò a inviare comunicazioni di risentimento ai vertici Asl e al dott Mirko Martinucci che lo aveva seguito e che nel 2012 fu aggredito proprio da Seung che gli procurò una ferita al volto e una frattura nasale". "Quattro le perizie svolte su di lui prima delle ultime per il delitto – ricorda il pm – Tre lo hanno dichiarato imputabile, una no, è quella del dottor Petrini". Poi si cita la visita al domicilio (Torre del Lago). "Che cosa confessò alla dottoressa che lo visitò?", incalza l’avvocato Stefano Del Corso che tutela la famiglia della dottoressa Capovani. "Che durante la perizia con il dottor Petrini aveva simulato", risponde Massei. "Ma si è mai confrontato con la stessa Capovani?", prosegue il pm. "Sì, mi chiamò quando Seung fu ricoverato a Pisa. Era il 2019. La collega disse che era un antisociale e narcisistico, consapevole del suo percorso giudiziario. E’ determinato, organizzato. Pericoloso e di difficile gestione. Vedicativo". "Ma lei non lo ha mai visitato di persona", ribatte il difensore, l’avvocato Gabriele Parrini. "Non sono concetti astratti. In una lettera del 2011 affermava che avrebbe aggredito sanitari".