REDAZIONE PISA

Messa in suffragio per il Circolo Acli Don Bosco a Marina di Pisa

Commemorazione alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice per il 73° anniversario del Circolo Acli "Don Bosco", chiuso da due anni.

I soci fondatori del Circolo Don Bosco del 1952. Qui sopra una bella fotografia storica

I soci fondatori del Circolo Don Bosco del 1952. Qui sopra una bella fotografia storica

Ci sarà anche il presidente provinciale delle Acli, Andrea Valente, stamani alle 11.30 alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, a Marina di Pisa, per la messa in suffragio di soci e presidenti del circolo Acli "Don Bosco" in concomitanza con quello che sarebbe stato il settantreesimo anniversario del "circolino", come chiamavano tutti quel luogo che ha incrociato generazioni di marinesi per decenni in via Ivizza e che da due anni ha ormai chiuso i battenti.

L’iniziativa è di un aclista della prima ora e consigliere del circolo, Stefano Barsantini, che ricorda come quella saracinesca abbassata sia qualcosa che "genera ancora sconforto e una difficile rassegnazione". "Era il 1951 - sottolinea Barsantini - quando numerosi lavoratori cattolici che frequentavano la parrocchia di Sana Maria Ausiliatrice manifestarono all’allora parroco Don Fantozzi il desiderio di avere una sede dove riunirsi per trascorrere il tempo libero, il dopolavoro. La bontà della richiesta fu accolta con entusiasmo e fu concesso un locale, adiacente al cinema dei Salesiani, da ristrutturare. Nel giro di poche settimane la sede fu resa agibile grazie ad un impegnativo lavoro di volontariato e divenne il primo Circolo Acli dedicato a Don Giovanni Bosco il ‘padre e maestro della gioventù’".

Quel "circolino" fu subito un successo e i frequentatori, prosegue Barsantini, "crebbero esponenzialmente attratti da questa innovativa opportunità di aggregazione e socializzare in un ambiente dove la parola politica non faceva parte del vocabolario: tanto fu l’entusiasmo dei marinesi che nel 1968 fu necessario cercare un ambiente più spazioso e il circolo fu trasferito in via Ivizza 8, l’attuale ex sede, dove il mitico Quirino fu per anni il barista più amato per la sua cordialità".

Un successo che continuò ininterrotto per decenni tanto che in occasione del cinquantesimo anniversario del circolo i soci erano più di 500. "Oggi - conclude Barsantini - amareggia la consapevolezza che un patrimonio, fortemente radicato sul territorio, costruito anno dopo anno con costante impegno e non pochi sacrifici per dare ai giovani e agli anziani un ambiente sano, apolitico e formativo sia andato disperso per la mancata concessione di un locale nonostante siano numerosi e inutilizzati gli immobili di proprietà della Curia".