
Karin e la mano bionica; a sinistra con il professor Max Ortiz Catalan
Pisa, 11 ottobre 2023 – Si è dimostrata un successo la prima mano bionica collegata direttamente e in modo permanente ai muscoli e ai nervi residui di una donna svedese che aveva perso l'arto oltre 20 anni fa in un incidente agricolo: il risultato si deve a una innovativa interfaccia uomo-macchina, che ha permesso alla paziente di controllare la mano in maniera naturale, alleviando anche il dolore causato dall'arto fantasma. Il traguardo raggiunto, pubblicato sulla rivista Science Robotics e guidato da Bionics Institute australiano e Centro svedese per la Bionica e la Ricerca sul Dolore, è il risultato finale del progetto europeo DeTop, coordinato dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, al quale hanno partecipato anche l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, l'azienda italiana Prensilia, il Centro Protesi dell'Inail e l'Università Campus Bio-Medico di Roma. Spesso le persone che hanno perso un arto rifiutano anche le protesi più sofisticate disponibili in commercio, poiché risultano dolorose quando indossate e poco controllabili. Per risolvere questi problemi, i ricercatori guidati da Max Ortiz Catalan hanno sviluppato una tecnica che consente di fissare la protesi allo scheletro, collegandola con il sistema nervoso tramite elettrodi impiantati nei nervi e nei muscoli.
"Karin è stata la prima persona con amputazione al di sotto del gomito a ricevere questo nuovo concetto di mano bionica altamente integrata, che può essere utilizzata in modo autonomo e affidabile nella vita quotidiana", dice Ortiz Catalan. "Il fatto che lei sia riuscita per anni ad utilizzare la protesi in modo confortevole ed efficace testimonia le potenziali capacità di questa tecnologia nel cambiare la vita delle persone. Il nostro approccio chirurgico e ingegneristico integrato - aggiunge il ricercatore - spiega anche la riduzione del dolore in quanto, per controllare la protesi, Karin sta utilizzando un po' le stesse risorse neurali che utilizzava per la sua mano biologica”.