"Il rettore faccia firmare un codice comportamentale ai suoi studenti ed agli Erasmus". Lo chiedono i comitati di quartiere dei residenti dopo l’ennesima nottata di caos. Guido Nassi del Comitato la Cittadella, è arci stufo di una mala movida che non conosce sosta. "Nella notte tra giovedì e venerdì decine e decine di studenti spagnoli forse Erasmus assieme ad altri studenti hanno svegliato mezzo quartiere alle 3 tra cori, urla e musica sparata a tutto volume". I residenti coinvolti loro malgrado in questa ennesima nottata disco a cielo aperto, sono quelli di piazza Sant’Omobono, via Cavalca, piazza delle Vettovaglie, via Curtatone e Montanara. "Tutti svegli tutti affacciati alle finestre ma gli schiamazzi erano talmente alti che non sentivano neppure le nostre proteste": intervengono alcuni residenti di piazza Sant’Omobono. Non è rimasto che chiamare il 112.
"Lo abbiamo chiamato – dice Nassi – ma all’arrivo della pattuglia, le decine di ragazzi si sono spostati in una sorta di becero corteo, verso forse piazza dei Cavalieri. Tanto per diffondere il loro caos in più punti del centro storico e rendere anche un normale giorno feriale come fosse una festa di pochi che hanno svegliato tanti". I comitati si erano lamentati pochi giorni prima anche dei "botti" sparati senza avvertimento dagli organizzatori del 125esimo congresso nazionale della Società italiana di chirurgia. Anche in quel caso si trattava non di un wek end bensì di un giorno infrasettimanale. Insomma, i residenti non hanno avuto vita facile questa settimana.
"Vorremmo davvero che ci fosse un impegno maggiore da parte dell’università. Si è parlato spesso negli anni scorsi di un codice comportamentale per gli studenti teso al rispetto del decoro della città e all’insegna del sano divertimento. Vedere studenti universitari e quindi non dei sedicenni che tirano calci alle serrande dei negozi, danno pugni sui banchi della frutta scambiati come tamburi è indecoroso, incivile. Tutti ubriachissimi. Non va bene". Durante la campagna elettorale per la carica a rettore, i comitati stilarono un decalogo di osservazioni e richieste che avrebbero potuto in qualche modo favorire una nuova convivenza con gli studenti. Per ora i risultati sono disattesi e quel decalogo è lettera morta. Carlo Venturini