Lo sport dell’ippica, segnatamente del galoppo, è purtroppo segnato da tragedie che hanno avuto la pista da corsa come palcoscenico. Fra i fantini che hanno perso la vita a seguito di una caduta di sono nomi di primaria importanza nella storia di questo sport a partire dalla metà del secolo scorso. Un lutto del quale parlò tutto il mondo fu la scomparsa di Pietro Gubellini, il magnifico fantino di Nearco, fra i cavalli più famosi della storia del galoppo universale. Gubellini morì nel settembre del 1947 cadendo da cavallo sulla dirittura d’arrivo a San Siro a Milano. Nella caduta, una costola gli aveva perforato un polmone, ma i medici dell’epoca non avevano rilevato il danno nella sua gravità finchè non fu troppo tardi. Fu altrettanto devastante il dolore per la morte del trentenne Marco Paganini, l’asso dei fantini dell’epoca, che nell’estate del 1990 perse la vita sulla pista di Grosseto. Paganini era il fantino di punta del galoppo italiano, prima monta della famosa scuderia Cieffedì.
Stessa tragica sorte per un allievo fantino, Mirko Marcialis che nel luglio deol 2000 cadde da cavallo sulla pista di Varese in una corsa disputatasi n notturna come quella nella quale aveva perso la vita Paganini a Grosseto. La dinamica di quell’incidente è simile a quella nella quale è stato coinvolto il giovane deceduto dopo la caduta a San Rossore: un cross fra due cavalli in corsa. Marcialis era di una famiglia di ippici: il padre e lo zio erano allenatori ed erano stati fantini a loro volta. Di una caduta dalle conseguenze gravissime, seppure non mortali, fu vittima il venticinquenne Erik Fumi sulla pista di Livorno nell’estate del 2011. Fumi era un fantino molto promettente e la caduta gli spezzò la carriera e un’esistenza normale. Con enorme forza di volontà, attraverso un lungo lavoro di riabilitazione durato anni, Fumi ha oggi trovato un lavoro ed è anche tornato a salire a cavallo in gare di paraendurance.