
Barbara Nardi. apsetta l’intervento di addomoplastica da 3 anni per rimediare alle conseguenze dell’intervento di sleeve. gastrectomy subito nel 2016
Quello delle liste d’attesa nella sanità pubblica è un tema purtroppo sempre più pressantee tanto a Pisa quanto in tutta Italia. Un’attesa costringe le persone a vivere in condizioni precarie o dolorose per molti anni, senza ottenere risposta. È il caso di Barbara Nardi, operata di sleeve gastrectomy nel 2016, un intervento che asporta una grossa frazione di stomaco, riducendo la fame e aumentando il senso di sazietà e comportando solitamente una notevole diminuzione del peso corporeo in caso di grandi obesi.
A seguito dell’operazione la signora Nardi si è ritrovata con una grave forma di addome pendulo, necessitando di un intervento di addominoplastica. "Nel 2021, come proseguimento e conclusione del percorso di sleeve, mi è stato approvato un intervento di addomoplastica dal chirurgo che mi aveva in cura. Da quel momento però non ho fatto passi avanti: c’è stata una costante attesa che dura ancora oggi". Un’attesa che sta causando varie ripercussioni sulla salute, come spiega la signora Nardi. "Oltre all’aspetto psicologico, che rende imbarazzante vestirsi, avere rapporti interpersonali o trovare determinati lavori, la pancia che ho adesso mi sta procurando problemi alla postura, dolori all’anca e anche il prolasso. Inoltre, la pancia mi spinge in avanti e io devo forzarmi a ritirarmi indietro ed essendo stata operata di ernia è complicato". Il modo per risolvere il problema è la sanità privata, il cui costo è però inaccessibile per molti cittadini. "Il medico che mi aveva in cura - spiega Barbara Nardi - mi ha proposto o di attendere qualche anno oppure di spendere circa ottomila euro e in dieci giorni mi avrebbe operata alla clinica privata di San Rossore. Io, da disoccupata, non potevo permettermi di pagare una cifra del genere e poi anche per principio mi pare ingiusto pagare per saltare la fila".
"Tutti i tentativi di avere una risposta per sapere quanto devo attendere sono stati vani e il problema non sembra avere fine. L’ospedale non sa quantificare quanto devo aspettare: telefonicamente non mi dicono niente e mi rispondono soltanto alle mail in modo vago. Non ho la minima idea di quanto è lunga la lista d’attesa e - conclude - la mia salute ne risente giorno dopo giorno. Non riesco a venire a capo di questa situazione".
Mario Ferrari