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L’intelligenza artificiale . Di sicuro è più vecchia di te!

I primi studi risalgono al 1957 quando negli Usa iniziarono a svilupparla per scopi bellici. CLASSE II A, SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO LUCA D’AOSTA, CASCINA. .

L’intelligenza artificiale . Di sicuro è più vecchia di te!

Ma cos’è l’I A? È la capacità di un computer o di un robot di svolgere compiti tradizionalmente eseguiti da esseri intelligenti.

Realizzare l’IA significa quindi sviluppare sistemi dotati delle funzioni tipiche dei processi intellettuali umani, come percepire, ragionare su ciò che si percepisce, associare un significato, decidere, compiere azioni, comunicare e apprendere dall’esperienza.

L’agente intelligente può essere un robot che agisce nel mondo fisico o un software (o softbot) che agisce nel mondo virtuale del web, entrambi partono dalle percezioni e conoscenze che hanno sull’ambiente stesso, ragionano, costruiscono piani d’azione, prendono decisioni e agiscono.

Tanti sono i campi nei quali è già oggi possibile utilizzarla. Ad esempio, “Ithaca” è il primo modello di intelligenza artificiale (deep learning) che può aiutare i filologi a ricostruire le parti mancanti di testi antichi, a datarli ed a identificare il loro luogo di scrittura originale. Nato grazie alla collaborazione tra il dipartimento di studi umanistici di Ca’ Foscari, il DeepMind (la Faculty of classics dell’ Università di Oxford) e il dipartimento di informatica dell’ università AUEB di Atene, Ithaca è capace di integrare le lacune testuali con una precisione del 62%, se combinata alla conoscenza storica degli studiosi permette di migliorare le loro performance dal 25% al 72%.

Inoltre è stato reso Open Source il modello e il codice di programmazione per permetterne un utilizzo più ampio. Grande scalpore ha poi suscitato, negli ultimi tempi, Neuralink sviluppato da un gruppo di imprenditori, tra i quali Elon Musk, che si occupa di interfacce neurali impiantabili nel cervello.

Neuralink agli inizi lavorava su un dispositivo simile a una “macchina per cucire” (come dichiarato da Musk) capace di realizzare fili molto sottili dentro il cervello, un sistema che legge informazioni tramite 1500 elettrodi.

Musk ha spiegato che lo scopo a lungo termine è raggiungere la “simbiosi con l’Intelligenza Artificiale” che vede come una minaccia per l’umanità se lasciata incontrollata.

Al momento, qualche neuroprotesi può interpretare i segnali cerebrali e permette ai disabili di controllare i loro arti.

L’obiettivo principale è quello di curare gravi malattie cerebrali.

Abbiamo svolto un’indagine a scuola per capire l’interesse che i ragazzi hanno per Neuralink. Il 68 % degli intervistati si è detto entusiasta dei suoi possibili sviluppi, il 19 % invece non ne condivide gli obiettivi e un 13% non ha preso posizione.