Le scuole dicono no al cellulare in classe

Spenti, nello zaino o sulla cattedra: per i presidi lo stop al telefonino durante le lezioni è prassi. E ci sono regolamenti particolarmente severi

Cellulari in classe sì oppure assolutamente no? La polemica innescata dalla decisione del liceo bolognese che ne ha vietato l’uso a scuola (lo smartphone lo si consegna al professore, che lo chiude a chiave in un armadietto all’inizio delle lezioni e lo riconsegna al proprietario dopo l’ultima campanella) ha aperto il dibattito. Ma nelle scuole pisane lo stop ai telefonini sembra essere già assodato da tempo, sia nelle scuole di primo grado (le medie, in particolare) che negli istituti superiori. Cambia solo la modalità.

Al comprensivo Fibonacci esiste dal 2016 un regolamento che viene firmato dai genitori con tanto di richiami disciplinari per i recidivi che vanno dal richiamo verbale alla sospensione. "L’uso dei cellulari e dei dispositivi tecnologici da parte degli alunni, durante lo svolgimento delle attività didattiche, è vietato. La violazione di tale divieto configura un’infrazione disciplinare rispetto alla quale la scuola è tenuta ad applicare apposite sanzioni". L’utilizzo (anche per i docenti) è vietato durante le attività scolastiche del mattino e del pomeriggio (compreso l’intervallo) e anche nelle attività pomeridiane: doposcuola e pomeriggi facoltativi, in cui siano coinvolti alunni della scuola. Al comprensivo Tongiorgi (media Mazzini) il cellulare finisce in una scatola sulla cattedra all’inizio delle lezioni. Lo stesso accade all’alberghiero Matteotti: "I ragazzi consegnano il telefono che viene lasciato in una scatola" conferma il dirigente Salvatore Caruso.

"Nella nostra scuola – spiega la preside del Liceo Carducci Sandra Capparelli – smartphone e altri dispositivi vengono utilizzati soltanto a scopo didattico con la guida del docente che propone attività innovative. Ogni studente e studentessa deve tenerlo rigorosamente nel proprio zaino spento. Lo dovrebbero prendere soltanto quando serve". "L’ utilizzo del cellulare durante le lezioni, a meno che non sia richiesto per questioni didattiche, è vietato - conferma il dirigente del Da Vinci-Fascetti Federico Betti – non viene ritirato e messo sulla cattedra perchè c’è il problema della presa in carico. Nel momento in cui il telefono è sulla cattedra ci sarebbe il rischio, al cambio dell’ora, che ne sparisse qualcuno e risulterebbe difficile determinare chi aveva la custodia del dispositivo in quel momento". "L’uso dei telefoni – afferma il dirigente del Santoni - Gambacorti Maurizio Berni – è specificato nel regolamento d’istituto. Ci sono alcuni insegnanti che, in maniera controllata, ne permettono l’utilizzo per alcune attività didattiche. Negli altir casi deve rimanere spento o in modalità silenziosa nello zaino. Io, quando insegnavo, preferivo che lo tenessero in bela vista sul banco".

Francesca Bianchi