
di Enrico Mattia Del Punta
Quattro preghiere, secondo il rito islamico, i quattro Takbir, in cui viene chiesto il perdono ad Allah, prima per il defunto e successivamente per tutti i musulmani. È l’ultimo saluto della comunità islamica di Pisa a Halim Hamza, il barbiere marocchino ucciso da una coltellata al petto, il 7 agosto, in un pomeriggio assolato che ha catapultato Pisa in una spirale di violenza che ancora oggi va avanti, tra accoltellamenti e risse.
La cerimonia si è svolta ieri mattina di fronte all’obitorio di medicina legale dell’ospedale Santa Chiara. Alla presenza degli amici e della famiglia, con la moglie e i suoi due figli. Quattro preghiere recitate in arabo, così come almeno quattro devono essere le file dei fedeli che rivolti verso la mecca – e con la bara posta trasversalmente – hanno ricordato brevemente l’amico scomparso all’età di soli 32 anni. Chi in abiti tradizionali e chi in quelli da lavoro, gli amici, tra cui anche qualche cliente affezionato di quella che era la sua attività di barbiere hanno partecipato alla funzione, con un bacio sulla bara e le voci mosse dalla commozione, prima del suo ultimo viaggio verso Casablanca.
"Una morte senza un perché" così si era sfogata la moglie Harakat Rabab, che ha provveduto secondo la tradizione e prima della preghiera funebre al rituale del lavaggio islamico. "A Pisa, al contrario delle altre città della Toscana, non ci sono posti adatti per il lavaggio islamico" è la nota polemica di Said El Bourji, titolare di uno dei pochi servizi funebri islamici della regione.
Nel frattempo, Mourad Talbi, il 37enne di origine tunisine che si è autoaccusato dell’omicidio resta in carcere, gli ultimi test che avrebbero rilevato l’uso di eroina e cocaina confermano la prima versione. Talbi aveva ammesso di "aver assunto droga la mattina stessa", e ha riferito che non dormiva da tre giorni. Halim, ad ora, come denunciato dalla moglie, sembra sia morto senza apparente motivo.
"Hamza non può più fare niente – sono le parole dell’Imam che ha celebrato la funzione ieri mattina – ma noi invece ancora possiamo fare qualcosa, essere solidali con il prossimo e diffondere l’amore di Dio". Il feretro è poi stato trasportato a Bologna dove alle 8 di sera con un volo diretto è partito per il Marocco, direzione Casablanca, la sua città di origine della sfortunata vittima e città dove ancora abitano i suoi genitori. Al suo fianco, fino all’ultimo, la moglie e figli che proprio la settimana scorsa, grazie ad uno sforzo congiunto del Consolato del Marocco e dello sportello immigrazione della questura di Pisa avevano ottenuto i documenti necessari per poter accompagnare il marito-papà. Un ultimo viaggio per il giovane Halim, per un ultimo saluto prima della sepoltura nella terra natia.