La saga Il Mago di Oz si arricchisce. Quarto volume tradotto in italiano

L’edizione parla pisano. Mirko Esposito e Stella Sacchini raccontano questo fantastico mondo

La saga Il Mago di Oz si arricchisce. Quarto volume tradotto in italiano

La saga Il Mago di Oz si arricchisce. Quarto volume tradotto in italiano

È in libreria da pochi giorni "Dorothy e il Mago nel Paese di Oz", quarto volume della saga oziana, la cui traduzione è stata affidata dall’editore Gallucci a due esperti e affermati traduttori, Mirko Esposito (attualmente docente di lingua e letteratura inglese al liceo XXV aprile di Pontedera) e Stella Sacchini. Per la prima volta nella storia dell’editoria italiana un’importante casa editrice ha deciso di pubblicare, nella sua completezza, una saga amata da ragazzi e adulti, gioiello della narrativa popolare contemporanea.

Frank Baum è un autore classico della letteratura americana per ragazzi. Come nasce Il Mago di Oz?

S.S.: "Nel 1899, Lyman Frank Baum trova la sua favola nel secondo cassetto dello schedario in cui custodiva in ordine alfabetico i documenti importanti. Comincia a scrivere una storia, La Città di Smeraldo: tutte le sere, i bambini del suo quartiere si ritrovavano nella sua casa per ascoltare le ultime avventure di Dorothy e dei suoi compagni di viaggio. Una sera una bimba gli chiede dove sia la Città di Smeraldo. Baum, preso alla sprovvista, posa lo sguardo sui due cassetti dello schedario con le etichette A-N e O-Z e pensa al titolo: Il Meraviglioso Mago di Oz. Nasce così il romanzo che rivoluziona la letteratura per l’infanzia americana, pubblicato per la prima volta il 17 maggio 1900. Letto da oltre 10 milioni di persone, è tra i 15 libri più venduti in America, con 22 traduzioni e più di 10 milioni di copie vendute".

Quanti sono i romanzi della serie del Mago di Oz?

M.E: "Quattordici. L’idea iniziale di Baum era un romanzo, ma l’enorme successo e le richieste dei lettori lo convinsero a scrivere altre avventure. Quella di Oz ha poi assunto le caratteristiche di una saga. Accanto ai personaggi più noti (lo Spaventapasseri, Il Boscaiolo di Latta, il Leone Codardo), Baum ne crea via via anche di nuovi".

Nella nuova traduzione della serie del Mago di Oz siete più traduttori coinvolti.

M.E: "La collaborazione con Stella è nata anni fa per la revisione delle mie prime traduzioni importanti per Feltrinelli; si è poi trasformata in un metodo di lavoro: ci dividiamo il testo in parti uguali e procediamo con una prima resa individuale. Poi ci scambiamo le rispettive traduzioni e facciamo una revisione incrociata. Seguono infine un paio di riletture, l’ultima delle quali a voce alta, per valutare anche la tenuta sonora del testo, in cui uniformiamo le nostre scelte traduttive".

Il Mago di Oz richiede un linguaggio specifico per ragazzi?

M.E e S.S.: "Sebbene la lingua sia in apparenza piana, non significa che il contenuto sia basso e lineare. Il traduttore sa di essere di fronte a un grande classico, per troppo tempo relegato a una narrativa di genere, che richiede scelte linguistiche non asservite alla necessità di un pubblico piuttosto giovane che ha bisogno di un lessico non problematico. Non è un libro banale da tradurre. Baum dichiara di voler proporre una "favola moderna" che mantenga intatte gioia e meraviglia, scacciando incubi e angoscia".

Vi occuperete anche di altre opere di Frank Baum?

M.E e S.S.: "Per adesso l’idea è di tradurre i 14 volumi della saga di Oz. Il primo era stato tradotto da Mirko Zilahy. Degli altri 13, invece, ci stiamo occupando Stella ed io. La sua produzione è vasta e ci sono raccolte poco note che varrebbe la pena riproporre come American Fairy Tales e Animal Fairy Tales".

A quale fascia di età sono destinati i romanzi del Mago di Oz?

M. E. e S.S. "Non c’è una fascia d’età precisa. La casa editrice e noi traduttori intendiamo presentarli ai lettori come il grande classico che sono, senza sottocategorie o specificazioni di sorta. La traduzione, integrale e filologica, mira a far conoscere anche in Italia il lavoro rivoluzionario dell’autore che ha inventato la favola moderna con l’unico scopo di far divertire grandi e piccini. Oggi come più di cento anni fa".

Eleonora Mancini