Non ce l’ha fatta la piccola Ginevra, la bimba nata in drammatiche circostanze il 14 dicembre 2020 all’ospedale San Luca, mentre la mamma Emanuela Paolinelli, 42enne di Mastiano, moriva dandola alla luce. Il battito del suo piccolo cuore da allora era una flebile speranza di vita accesa per il papà Federico Sereni che non si è mai arreso, nonostante la figlia fosse nata con gravi danni cerebrali e subito attaccata ai macchinari dell’ospedale di Cisanello. Ma ieri quel cuoricino ha purtroppo cessato di battere. I funerali si terranno oggi alle 15,30 nella chiesa di Mastiano. La salma di Ginevra è stata intanto trasferita all’obitorio del Campo di Marte, adagiata come addormentata in una piccola bara bianca. Il papà Federico Sereni, pisano, socio di un’azienda di elettronica a San Giuliano Terme e padre di un’altra bimba di 6 anni, aveva avviato subito raccolta fondi a favore del reparto di neonatologia di Pisa gestita dal professor Luca Filippi, dove la bambina era ricoverata. Avevano risposto in tanti, tra amici, parenti e lettori, raccogliendo 13mila euro per dare speranza ad altri bambini.
Sulla tragica fine della mamma Emanuela Paolinelli, 42 anni, impiegata alla Bpm Cassa di risparmio di Lucca, la Procura aveva aperto un’inchiesta, inviando dieci avvisi di garanzia a medici, ostetriche e infermiere del San Luca. Il pm Elena Leone aveva nominato due consulenti: il medico legale Margherita Neri dell’Università di Ferrara e il ginecologo Pantaleo Greco anch’egli docente all’Università estense. Le conclusioni degli esperti parlavano di un decesso per embolia polmonare e secondo il pm non avevano fatto emergere profili di colpa o responsabilità a carico degli indagati. Di recente la Procura ha così chiesto l’archiviazione. Il marito, che già a luglio aveva lanciato un appello perché l’inchiesta andasse fino in fondo, tramite i suoi legali si è opposto all’archiviazione: sarà il gip a valutare la richiesta.
La morte della piccola Ginevra dopo 16 mesi getta un velo ulteriore di tristezza su una vicenda che ha lasciato tutti sgomenti. La gravidanza di Emanuela era arrivata al termine senza problemi. La partoriente (alla seconda gravidanza) era stata accompagnata in quei giorni di dicembre al San Luca dal marito: a causa delle restrizioni anti Covid-19, non era potuto rimanere a lungo nel reparto. Alle 19,30 le era stato indotto il parto. Ma nel giro di un’ora era avvenuto l’irreparabile: intorno alle 21 Emanuela era infatti deceduta in sala parto, dove era stata portata in arresto cardiaco per un cesareo d’urgenza.
Paolo Pacini