La Lega visita il carcere "Uno dei peggiori d’Italia per sicurezza e degrado"

L’eurodeputata Ceccardi, l’assessore Bonanno e la capogruppo Meini "All’interno si spacciano sostanze stupefacenti, psicofarmaci e alcolici".

La Lega visita il carcere  "Uno dei peggiori d’Italia  per sicurezza e degrado"
La Lega visita il carcere "Uno dei peggiori d’Italia per sicurezza e degrado"

"Servono ristrutturazioni urgenti per la sicurezza dei detenuti, per gli agenti e tutti quelli che lavorano quotidianamente nella struttura. Ma il fatto più grave è che all’interno dell’istituto si spacciano droghe e alcolici prodotti dai detenuti". Lo ha detto l’eurodeputata della Lega, Susanna Ceccardi, dopo il sopralluogo al carcere Don Bosco di Pisa insieme all’assessore comunale alla sicurezza, e ricandidata alle amministrative per il Carroccio, Giovanna Bonanno, e alla capogruppo leghista in consiglio regionale, Elena Meini. "La struttura - ha aggiunto Ceccardi - si presenta in condizioni di profondo degrado, con aree prive di riscaldamento e appare fatiscente: è sprovvista di un impianto di videosorveglianza e alcune cancellate risultano inefficienti. Abbiamo verificato che all’interno si spacciano sostanze stupefacenti, psicofarmaci e alcolici prodotti direttamente dai detenuti e questo è un fatto di una gravità assoluta". Nessuno peggio di Pisa, secondo l’eurodeputata Ceccardi tra le strutture che ha visitato finora, quella del Don Bosco è tra le peggiori in termini di sicurezza e stato dell’immobile. "Ho visitato altre strutture in Italia, ma come quella di Pisa ce ne sono poche, forse è tra le peggiori tra quelle viste finora" ha detto Ceccardi. "Il personale è provato e si trova dal sovraffollamento – ha sottolineato Meini - perché la casa circondariale, a fronte di una capienza massima di 189 detenuti, ne ospita 269, la maggior parte stranieri e con una condizione di sottorganico per la polizia penitenziaria che dovrebbe contare su 221 agenti, mentre ve ne sono in servizio 183 che, se sottraiamo quelli del nucleo di pronto intervento, diventano appena 158". Auspicato anche l’uso del taser come deterrente "per preservare l’incolumità di chi lavora al Don Bosco – spiega l’assessore comunale Giovanna Bonanno, che rivendica la cooperazione attiva intrapresa dalla polizia municipale qualche mese fa -. Come amministrazione avevamo fatto una collaborazione con l’istituito penitenziale per l’utilizzo della nostra unità cinofila, proprio per ovviare a questo problema dell’introduzione di droghe". Le unità cinofile come ha spiegato Bonanno, venivano infatti utilizzate come deterrente per evitare l’introduzione di sostanze da parte di familiari e amici che venivano a trovare i detenuti.

Enrico Mattia Del Punta