La Lega crolla, ma Ziello non cade I dem primi in città e ko in provincia

Nella Pisa di Letta il centrosinistra è avanti di 5600 voti. Che non bastano al costituzionalista Ceccanti

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di Paola Zerboni

PISA

Sembra sul punto di crollare, eppure non cade. Tutt’altro. No, non si parla della Torre che pende in Piazza dei Miracoli, ma del centrodestra pisano di governo. Che sì, certo, avverte anche qui l’onda della diffusa debacle nazionale e locale della Lega di Salvini, ma porta comunque a casa - e in scioltezza - entrambi i seggi che aveva in palio. Piazzando nuovamente alla Camera il pisanissimo Edoardo Ziello (insieme all’ex deputato Manfredi Potenti al Senato), 30 anni compiuti ad aprile, laurea in Giurisprudenza, record di presenze nella passata legislatura, occhio diritto di Salvini e consigliere – per la sicurezza – del sindaco Michele Conti. Lui, se crolla, non cade.

E sul fronte opposto? A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, il centrosinistra può consolarsi con le percentuali: in città il vantaggio su Meloni & soci è uno stacco di ben 13,5 punti (al Senato la coalizione ha conquistato il 40,50% con il Pd al 28,56%, e alla Camera il 41,50%). Non ci sono state (né potevano esserci) sorprese per la lettiana Ylenia Zambito, ex assessore in giunta Filippeschi, candidata blindata al plurinominale del Senato. Ma il pur lusinghiero share e i 5600 voti in più rispetto al centrodestra non bastano a far eleggere i due candidati scelti dal segretario nazionale Enrico Letta, non senza strascichi e note polemiche (tipo il passo indietro forzato di Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana): non passano né il costituzionalista Stefano Ceccanti da San Giusto, né il lucchese Andrea Marcucci da Barga, ex renziano ed ex capogruppo Pd al Senato (ex perché fu Letta a costringere pure lui al passo indietro).

È il voto della provincia a ‘fregare’ entrambi i candidati dem. Appena ci si avventura oltre le ‘colonne d’Ercole’ di Riglione, man mano che ci si allontana dal capoluogo (spingendoci in Valdera e nel distretto del Cuoio, forse ancora un po’ terremotati dallo scandalo Keu), l’elettorato premia indiscutibilmente la destra-destra di Fratelli d’Italia, che drena voti anche agli alleati.

Va così fuori dalle mura di Pisa, frazione di Coltano compresa, segno evidente che gli elettori non si son fidati di certe posizioni un po’ ondivaghe assunte sul tema base militare soprattutto in area dem. Mentre si afferma l’alleanza Verdi-Sinistra Italiana, e il M5s si conferma quasi ovunque terzo partito con percentuali tra l’11 e il 17%. Nel dato di Pisa-capoluogo spicca inoltre la buona affermazione del Terzo Polo (attorno all’8%), con Michele Passarelli Lio. Che, forte del risultato ottenuto, già si candida a fare da ago della bilancia per le prossime comunali. Sì, perché, chiusa la campagna elettorale delle politiche, proprio all’ombra della Torre che pende ma non cade, è già ora di pensare alle amministrative di primavera. Una sfida per Conti, ‘costretto’ a rivedere gli equilibri interni alla coalizione, dando nuovo impulso al soggetto civico cui sta lavorando da mesi per cercare di conquistare voti anche fuori dai tradizionali confini di centrodestra. Sfida ancor più per il centrosinistra chiamato ad individuare quanto prima un candidato a prova di fuoco amico, che sia capace di mettere d’accordo le varie anime e correnti entro l’attuale alleanza di centrosinistra. Cercando sponda altrove. O tra i grillini, se Conte li autorizza, o nel Terzo Polo.