
"La casa al mare", l’ultimo libro di Renzo Castelli è la novità di narrativa proposta da Edizioni ETS al prossimo Pisa Book Festival. Un turbine di emozioni attraversa le 183 pagine del romanzo (euro 15). A provocarle sono le vicende delle famiglie benestanti che, lasciate le tradizionali vacanze nelle ville di campagna, trascorrono le loro nuove estati nelle case al mare. Siamo nel primo trentennio del Novecento e le vicende degli uomini si intrecciano con quelle spesso tragiche della storia d’Italia. Fin dalle prime pagine del libro di Renzo Castelli (il suo 31°, settima opera di narrativa) il lettore viene colto da un sospetto, quasi una certezza: che il paese raccontato, che nasce sul mare vicino a una città, con le ville liberty, gli chalet vicini all’arenile, la ferrovia e anche un fiume, possa essere la "nostra" Marina. In realtà molto la ricorda ma così non è. Anche se, facendo una crasi maliziosa, il nuovo paese litoraneo si chiama "Boscomarina". La commissione toponomastica dell’epoca ha infatti deciso di chiamare le strade della località che sta nascendo con nomi di fiori e di essenze arboree. Se molte cose sembrano ricordare luoghi molto amati da generazioni di pisani, il libro di Renzo Castelli non è quindi una rievocazione storico-nostalgica di un tempo lontano ma un romanzo nel quale dominano le storie vissute dai protagonisti. La casa al mare, ovunque sia stata collocata sulla costa toscana, è comunque il luogo della vacanza, l’attesa panacea delle ansie accumulate in un anno. Ma la felicità, quel sentimento raro che sorprende l’uomo quando tutti i suoi desideri sembrano appagati, non può essere assoluta ed eterna perché contiene già in sé il germe del suo contrario. Ed ecco che questo paese nato sulla costa diventa teatro di giochi e di passioni ma anche di feroci incomprensioni.
Lo spazio temporale nel quale le vicende si svolgono è quello dei grandi eventi della cronaca italiana di quegli anni: la guerra di Libia e il primo conflitto mondiale, lo squadrismo fascista, l’epidemia spagnola, la grande depressione del ‘29. Mentre la storia partorisce questi mostri, le case al mare diventano inesauribili centrifughe di felicità ma anche di infelicità, dove spesso il riso si trasforma in pianto, i rapporti familiari talvolta in tragedia. Come sempre nei suoi romanzi Renzo Castelli non rinuncia a intingere la penna nell’ironia: si pensi al pranzo d’inaugurazione di una grande villa con l’imbarazzante presenza delle autorità cittadine o anche soltanto alla personalità non marginale del cane Oliver, "un cocker spaniel di una durezza mai vista". Situazioni e figure che il lettore non potrà dimenticare.
Francesca Bianchi