Keu sotto la lente degli scienziati Risultati choc dai test sui veleni "L’umidità favorisce il Cromo6"

Il team coordinato dal dipartimento di Scienze della terra dell’Ateneo pisano ha vagliato i dati sugli inquinanti dopo ulteriori sei mesi di analisi: c’è rilascio di sostanze cancerogene.

Keu sotto la lente degli scienziati  Risultati choc dai test sui veleni  "L’umidità favorisce il Cromo6"

Keu sotto la lente degli scienziati Risultati choc dai test sui veleni "L’umidità favorisce il Cromo6"

di Carlo Baroni

PISA

"In condizioni di umidità relativa elevata e presenza di ossigeno subisce trasformazioni con produzione di cromo esavalente nella sua struttura". Ci sono i primi dati scientifici sul Keu, il materiale finito a tonnellate nelle terre della provincia di Pisa e di mezza Toscana. E finito al centro di uno scandalo e di un’inchiesta della procura distrettuale antimafia di Firenze che indaga, a vario titolo, per traffico illecito di rifiuti e corruzione, 26 persone e 6 società. Sono i primi dati – ma serviranno altre conferme – che emergono dalla relazione tecnica che riporta le attività svolte dal gruppo di lavoro costituito nell’ambito della convenzione per la caratterizzazione del Keu e lo studio dei processi di rilascio di inquinanti con particolare riferimento a cromo esavalente. Tuttavia, le attività ed i risultati relativi al rilascio di inquinanti ed agli impatti ambientali saranno riportati – si legge – nella relazione finale, al termine del periodo di sei mesi di proroga delle attività, già approvato. Il gruppo di lavoro è coordinato dipartimento di scienze della terra della Università di Pisa e comprende personale e laboratori del Cnr di Pisa, dell’istituto italiano di tecnologia di Genova, di Elettra Sincrotrone di Trieste, del Synchrotron-Light in the Middle East, Allan (Jordan) e dello Stable Isotope Laboratory, Lulea (Sweden).

Il dato certo è che il Keu contiene cromo esclusivamente nella forma trivalente al momento della produzione.

Gli scienziati hanno messo il Keu sotto le lente per analizzarne struttura e tutti i comportamenti. Un reattore fotochimico che lavora senza solvente è stato progettato e costruito – si apprende – per il trattamento dei campioni di Keu, per simulare condizioni simili a quelle di smaltimento in terreni all’aperto esposti a luce solare e in condizioni di umidita variabile. L’effetto di invecchiamento sulla stabilità della Keu è stato anche studiato ponendo il prodotto in condizioni controllate di umidità e temperatura e monitorandone gli effetti con cadenza mensile.

Qualile implicazioni sulla risposta del Keu una volta posto in ambiente? I risultati - dati, tuttavia, sono da intendersi come preliminari, e ulteriori studi e verifiche, si legge, sono necessarie – mostrano che "tutti i parametri dello stoccaggio (riscaldamento e umidità) hanno portato un aumento del contenuto di Cr(VI) nel campione". "In particolare, il livello di umidità sembra avere un impatto elevato". I dati fino a qui ottenuti mostrano quindi che il Keu è un materiale stabile per una serie di caratteristiche, che non risente in maniera significativa di effetti di irraggiamento, ma che, appunto, "in condizioni di umidità relativa elevata e presenza di ossigeno – si legge – subisce trasformazioni con produzione di cromo esavalente nella sua struttura". E’ da notare che il Keu genera condizioni alcaline, e questo favorirebbe l’ossidazione del Cr presente nel CrOOH (grimaldiite). "E’ dunque possibile che sia questa fase responsabile della ossidazione del Cr(III) a Cr(VI) osservata nel Keu in condizioni di umidità e presenza di ossigeno". La caratterizzazione del Keu evidenzia che CrOOH si forma essenzialmente a seguito del raffreddamento con acqua. Inaftti "nei campioni di Keu non raffreddati con acqua e non contenenti quantità apprezzabili di CrOOH la formazione di Cr(VI) nel tempo sia trascurabile".

"Ulteriori studi – si legge nelle conclusioni – sono comunque necessari per verificare questa ipotesi ed in particolare per approfondire i processi che portano alla formazione di CrOOH e le trasformazioni mineralogiche associate alla idratazione". Servono dunque ulteriori analisi, indispensabili per chiudere il cerchio e definire con certezza scientifica il comportamento nel Keu in determinate condizioni ambientali. E, più segnatamente, nei contetsi dov’è stato rilevato in 13 siti della Toscana, in questa inchiesta che parla di appetti sugli appalti e di miscelazioni di terre in modlaità non conformi al riutilizzo di un prodotto di scarto dell’industria in nome dell’economia circolare.