Anche l'ippica è al collasso: "Quattrocento addetti a rischio, non dimenticateci"

Pisa, la manifestazione sotto il Comune

Il sindaco di Pisa parla con i manifestanti (Valtriani)

Il sindaco di Pisa parla con i manifestanti (Valtriani)

Pisa, 21 maggio 2020 - Vogliamo tornare a correre": slogan e cartelli da parte di un centinaio di fantini e di allenatori di cavalli, arrivati da tutta la Toscana, che hanno messo in piedi nella mattina di giovedì un flash mob sotto il Comune di Pisa per chiedere la ripresa delle corse negli ippodromi.

Lo stesso sit-in si è svolto in contemporanea in tutta Italia e, per la Toscana, ha avuto come epicentro Pisa perché sede del piu' importante centro d'Italia di allenamento per corsa e trotto a San Rossore e a Migliarino.

Il mondo dell'ippica chiede alle istituzioni locali di sollecitare il Governo per consentire la riapertura degli ippodromi, a porte chiuse, come avverrà per il calcio, fino a quando le norme sanitarie lo richiederanno. Il sindaco di Pisa, Michele Conti, è sceso questa mattina fra gli operatori ippici esprimendo la sua solidarietà e assicurando il suo interessamento attraverso il coinvolgimento dei parlamentari locali.

"Un patrimonio al collasso - spiegano i manifestanti. Ci sono 1200 cavalli da corsa e 400 addetti tra trotto e galoppo. Ci sono  allenatori, artieri, fantini, guidatori, dipendenti dell'Ippodromo di San Rossore, dei centri di allenamento della zona di Vecchiano e San Giuliano Terme. E tutte le professionalità che ruotano attorno alla filiera ippica come veterinari, maniscalchi, il commercio di mangimi e foraggi, trasportatori di cavalli".

Nel periodo di sospensione delle corse, gli addetti all'ippica hanno continuato a lavorare per mantenere la condizione atletica e per il benessere dei cavalli, ma "senza protezione economica o contributo dallo Stato che - dicono - e' il nostro committente di lavoro, visto che sulle corse dei cavalli gestisce le commesse".

Le corse ippiche sono infatti, con il loro montepremi, la fonte di reddito di tutta la filiera. "Ad oggi - spiegano ancora i rappresentanti dell'ippica pisana - lo Stato non si e' minimamente interessato al nostro destino ne' a quello dei cavalli che manteniamo. Anzi, non è stato ancora in grado di darci una data per la ripartenza delle corse. Protestiamo contro questa perdurante presa in giro e chiediamo lo sblocco immediato delle corse anche a porte chiuse, come gia' avviene in Germania e in Francia".

L'ippodromo di Pisa ha iniziato la sua attività nel 1854 e la cui stagione di corse è stata interrotta l'8 marzo, cioé prima delle corse più importanti del suo calendario.