
In ricordo di due avvocati pisani: "Parenti e Cerrai, esempi di umanità"
Una giornata per ricordare due avvocati del foro di Pisa scomparsi di recente. Una cerimonia che si è tenuta ieri in Tribunale alla presenza del mondo dell’avvocatura, della magistratura e dei familiari. Sono stati il presidente dell’ordine degli avvocati, Paolo Oliva, il procuratore facente funzione, Giovanni Porpora, e la presidente vicaria del Tribunale, Beatrice Dani, a parlare dei due colleghi (Parenti e Cerrai). Presenti: tutto il direttivo dell’ordine, la camera penale con la presidente Serena Caputo e il rispettivo direttivo. Ma anche tanti amici e collehi dei due professionisti. Massimo Parenti, pisano, 51enne, "ha avuto una brillante carriera universitaria: laurea a 24 anni con il massimo dei voti", poi "il praticantato svolto sotto la direzione degli avvocati Dino Buoncristiani ed Angelo Foggia". "Massimo abbraccia la professione forense con convinzione, passione, determinazione e tenacia. Inizia una frenetica attività professionale – nella quale lo raggiungerà successivamente il fratello Giulio – che in poco tempo lo vede protagonista nelle aule giudiziarie di tutta Italia". Sceglie la strada difficile del penalista. "Sapeva combinare ad una solida preparazione teorica – rafforzata da un’esperienza pluridecennale – straordinarie doti umane che lo hanno reso uno dei professionisti di maggiore successo del nostro foro". "Un importante punto di riferimento". Oltre il dolore. "Siate orgogliosi di un uomo che ha dedicato la vita ad una missione nobilissima: fare rispettare il diritto di difesa, diritto definito inviolabile dalla carta costituzionale ma costantemente messo a repentaglio dalla prassi quotidiana".
L’altro pensiero è per l’avvocato Umberto Cerrai, pisano, 85 anni, che mosse i primi passi nel mondo forense collaborando con lo zio, Angiolo Adorni Braccesi, per anni decano degli avvocati pisani. "In un contesto storico ancora fortemente tradizionalista, la filosofia professionale di Cerrai si distingue per la straordinaria modernità e per una inconsueta, unica – proiezione al futuro: egli fonda uno dei primi studi professionali associati della nostra città, nel quale, nel corso degli anni, si sono formati validissimi avvocati che tuttora frequentano le nostre aule giudiziarie, e coglie, tra i primi, la potenziale serialità del contenzioso lavoristico, lanciando, - ancora una volta: tra i primi - una serie di vertenze collettive destinate a fare scuola". Una carriera "straordinaria" e "lunghissima" "vissuta con generosità, impegno e dedizione unici, che ha potuto condividere con la figlia Clementina e più di recente anche con la nipote Valentina, che lo hanno affiancato nei suoi ultimi anni di professione". "Ha prestato sempre la massima attenzione alla dimensione umana di tutte le persone". Lascia "un grandissimo patrimonio umano, personale e professionale".
A. C.