
Il mal di rimonta e il sortilegio dei gol subiti
La miglior è il migliore attacco. Un vecchio adagio che, però, andrebbe invertito per analizzare la questione del Pisa: il miglior attacco è infatti... la difesa. La gara contro la Feralpi Salò non solo è stata decisa da un colpo di testa di un difensore, Canestrelli, ma ha messo in mostra un altro dato: per la seconda volta i nerazzurri non hanno subito gol, e per la seconda volta sono arrivati i tre punti. Se il Pisa non subisce gol, vince. Un assioma valido anche al contrario: se il Pisa subisce gol, non vince. Cinque reti incassate in altrettante partite: non tante (nel 21-22, dove i nerazzurri fecero un avvio di sole vittorie, furono tre), una media di uno a partita, ma che hanno "portato via" 8 punti su 9 disponibili.
A essere curiosa è anche la distribuzione dei gol subiti: due nel primo quarto d’ora, tre negli ultimi dieci minuti (recupero incluso) di gara. I momenti più sensibili, dove è richiesta maggior concentrazione, i minuti che spesso indirizzano la gara. E infatti, così è stato. Il Pisa non è mai riuscito fino a ora non solo a completare una rimonta (la scorsa stagione sono stati 11 i punti conquistati da situazione di svantaggio), ma anche a reagire a una rete incassata. Una parte di "colpa" per questo dato è da attribuire alle tre espulsioni, ma anche a un calo sia fisico che mentale, denunciato sia dai giocatori che dall’allenatore.
Minuti nei quali il Pisa si rende vulnerabile: i tiri in porta subiti non sono tanti: chi ne ha totalizzati di più è stato il Modena, con quattro, ma con Nicolas chiamato spesso a interventi fuori dall’ordinario (basti pensare alla doppia parata contro la Sampdoria), riducendo quindi il passivo. Critico il problema degli ultimi minuti: trascinato già dal termine della scorsa stagione, sul quale Aquilani sembra stare lavorando.
Emblematica la prestazione di Piacenza, dove l’allenatore ha "tradito" i suoi classici meccanismi, mettendo da parte il "bel gioco" a favore della praticità. Così, negli ultimi minuti di gara, i nerazzurri si sono schierati con il 3-5- con Caracciolo, Canestrelli e Leverbe assieme, chiamati a respingere le offensive della Feralpi, senza sdegnare di calciare lontano il pallone. Un Pisa che si è "sporcato" per ottenere tre punti che permettono di prendere fiato, acquisire una tranquillità che stava iniziando a vacillare, e per farlo, ha dovuto affidare la ripartenza alla difesa.
Lorenzo Vero