
Il genio in Piazza dei Cavalieri. Capolavoro di Giorgio Vasari diventato la patria dei Nobel
Quando il "geniaccio" fiorentino Giorgio Vasari dialoga coi Nobel della Scuola Normale e con quel "Nobel mancato" della letteratura che è Dante Alighieri. E’ un corto circuito temporale quello che si presenta a chi entra in Piazza dei cavalieri, un corto circuito di genialità. Non solo per i Nobel sfornati dalla Scuola Normale che ha sede nel Palazzo della Carovana voluto da Vasari ma anche per le eccellenze storico architettoniche ed i rimandi letterari a capolavori dell’umanità come la Divina commedia. Cosimo I ordinò al suo "jolly" architetto, pittore biografo Vasari, il rifacimento dell’intera Piazza perché i pisani l’avevano costruita "in confusione e disordine." Al Vasari si deve la facciata della Normale realizzata con la tecnica a graffito con alternanza di chiaro scuri. Ma il megli lo ha dato nella Chiesa dei Cavalieri di santo Stefano accanto alla Normale. La chiesa oggi è chiusa per problemi al cassettone ligneo ed il vescovo Giovanni Paolo Benotto ha consegnato le chiavi al demanio. La Normale si è fatta avanti per la gestione della Chiesa, in attesa firmerà domani con l’Agenzia del Demanio l’accordo per la concessione di una porzione del Palazzo della Canonica (o Palazzo del Preposto) proprio alla Normale.
Per il progetto dell’attuale chiesa dei Cavalieri, Vasari volle avere mani libere e buttò giù la chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori, citata dal 1074. Alla chiesa tenevano particolarmente i Medici perché doveva celebrare l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano una sorta di corpo speciale marinaresco contro la pirateria saracena. Su tutte le pareti interne sono presenti cimeli e trofei di guerra, polene delle navi dell’Ordine, vessilli sottratti ai turchi, antiche lanterne di velieri, la collezione di bandiere e trofei di guerra. Lì c’è la bandiera più famosa e importante, la fiamma da combattimento del comandante Alì Pascià conquistata durante la battaglia di Lepanto del 1571 ed è conservata in una enorme teca di vetro. Vasari lasciò nella chiesa la pala della Lapidazione di Santo Stefano così come ci sono opere del Bronzino e di Lomi. Il Palazzo della Canonica della Normale occupa la parte orientale di Piazza dei Cavalieri. Molti studi ne attribuiscono il disegno originario a Vasari. La costruzione del palazzo iniziò nel 1566. I lavori durarono quarant’anni, interrotti dall’impiego delle risorse economiche nella costruzione della Chiesa di Santo Stefano. La Canonica era destinata al clero e vi abitarono, fino alla soppressione dell’Ordine, il priore della Chiesa dei Cavalieri e i cavalieri cappellani. Il Palazzo, concesso alla Normale dalla Regione, ospita alcuni locali della Biblioteca recentemente ristrutturati. Il Collegio Puteano è la foresteria della Normale e fu concesso in uso alla Normale nel 1930, nel clima di rinnovamento e ampliamento voluto da Giovanni Gentile. In epoca fascista il rinnovato "Collegio Mussolini di Scienze corporative" ammetteva per concorso, gli studenti di dottrine politiche, economiche e giuridiche, ma ben presto il Puteano fu sede provvisoria per allievi e professori esiliati dal Palazzo della Carovana.
Altro edificio nella Piazza è il palazzo del Consiglio dei Dodici, un organo decisionale dell’Ordine. All’interno il salone dell’Udienza, con le pareti completamente dipinte da Pietro Paolo Lippi e Antonio Giusti (1681-1683) con temi marinareschi e il notevole soffitto intagliato, dorato e dipinto con le Virtù cardinali. Al margine della Piazza la Chiesetta di San Rocco edificata sulla chiesa altomedievale di San Pietro in Cortevecchia, è attestata dal 1028.