REDAZIONE PISA

Il dolce medaglia d’argento che nasce a Lari e piace a Seattle

Stefano Bernardeschi fornaio che non amava i canditi e ora è uno dei migliori al mondo nel solco della tradizione

Il panettiere che non amava i canditi ora sforna il secondo miglior panettone al mondo. Stefano Bernardeschi, nipote di Gino il fondatore del forno di Lari e figlio di Luciano che ha proseguito l’attività del padre, sta lavorando anche per passare la mano al figlio Tommaso (con lui nella foto in alto), la quarta generazione dei fornai larigiani. "Siamo una delle attività che rappresenta il made in Lari – dice orgoglioso Stefano Bernardeschi – I nostri panettoni tradizionali, il classico milanese basso da un chilo con uvetta e canditi di arancio e cedro, ma anche quelli al cioccolato e al cioccolato e pera, sono apprezzati in tutta Italia, da Bologna a Milano, da Firenze alla Calabria. Ma hanno oltrepassato anche i confini europei volando fino a Seattle dove un nostro compaesano ha aperto un ristorante e si è fatto spedire i nostri panettoni per questo Natale. Lavoriamo con prodotti a chilometro zero, le farine di Pastina, il miele di Lari. Solo il burro lo compriamo dalla Francia perchè quello italiano è meno buono".

Un’azienda storica il Forno Bernardeschi di Lari. Fondata nel 1927 da Gino, poi proseguita da Luciano, ora da Stefano con Tommaso che sta subentrando al padre. Un paio di anni fa il Comune ha consegnato a Bernardeschi una targa per i novant’anni di attività e proprio il mese scorso il panettone tradizionale, fatto con il lievito madre che Stefano accudisce come un figlio, si è classificato al secondo posto al mondo nel concorso organizzato dalla Federazione internazionale pasticceria gelateria cioccolateria. "Ne sforniamo una cinquantina al giorno – conclude Stefano – Tutti rigorosamente artigianali. Per queste feste ne venderemo, alla fine, più di mille. Di più non ne riusciamo a produrre".

g.n.