SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Il 2024 e un ’Barlume’ di speranza: "Pisa ora smetti di litigare e unisci"

L’attore Atos Davini e l’anno appena iniziato: "Dove spero ci sia ancora posto per il buon vernacolo"

Il 2024 e un ’Barlume’ di speranza: "Pisa ora smetti di litigare e unisci"

C’è un "Barlume" di speranza per il 2024? Lo chiediamo, con la consueta buona dose di ironia, ad Atos Davini: attore anche di vernacolo, nonché protagonista della celebre serie tv i ‘Delitti del Barlume’.

Davini, nel 2024 la Torre di Pisa resterà ancora saldamente in piedi?

"Ci mancherebbe, mica è fatta con gli stecchini da denti. La nostra bella torre è in grande forma, alla faccia di chi le vuole male...".

C’è una bella fila...

"Ma lasciamoli perdere tutti gli altri. A Livorno hanno dovuto legare perfino i Quattro mori, sennò scappavano pure loro...".

Certo che è tutto un tribolare: segue il pallone? Che ne pensa del Pisa di Aquilani?

"Sono un grande tifoso e, soprattutto, un discreto masochista. Quante volte mi ha fatto pigliare lo gnocco il Pisa perdendo le partite all’ultimo secondo! Mettiamola così: speriamo di salvarci, chi avrebbe voglia di ripartire dalla Serie C?".

Nessuno.

"E poi abbiamo il proprietario un po’ russo e un po’ americano che di quattrini ne ha abbastanza. Mai avrei pensato di vedere qualcosa di simile in vita mia a Pisa".

Senta, in questi giorni si parla molto di viabilità. Secondo lei avrebbe senso chiudere i Lungarni al traffico?

"E secondo voi una persona ha voglia di farsi a piedi dal giardino Scotto alla chiesa della Spina? Per carità".

Beh, però camminare fa bene alla salute. No?

"Ma è anche faticoso. Via, non scherziamo, i Lungarni non sono mica lunghi sono 30 metri".

Lei adesso abita a Cascina. Quanto le manca Pisa?

"Premessa seria".

Accordata.

"A Cascina sto molto bene e ringrazio tutti per l’accoglienza e la stima".

Però?

"A Pisa ho vissuto 41 anni e sento tanta nostalgia".

Che cosa le manca di più della città?

"I pisani. Come parlano, come affrontano la vita".

Mezza Toscana accusa i pisani di essere antipatici.

"Ma via! Sono soltanto invidiosi. I pisani sono i pisani. E comunque mi manca la mia passeggiata in Corso Italia o vedere la Chiesa della Spina che si staglia al tramonto. Mi mancano i bar dove andare a prendere un caffè. E perfino le cee, che però non si trovano più da un pezzo".

Qual è il suo luogo del cuore?

"Più che un luogo del cuore ho uno stato d’animo che mi porto dentro: respirare Pisa passeggiando. E guardi non andavo mica a fare le vasche per vedere le belle ragazze o a specchiarmi nelle vetrine per vedere se sono pettinato. E comunque...".

Che cosa?

"Ricordo con grandissima nostalgia anche Colignola, il luogo dove sono nato e ingrassato. E quel bar dove ho trascorso tante ore e che adesso, segno dei tempi, è gestito da cinesi".

Nel 2024 ci sarà ancora posto per il vernacolo?

"Senza dubbio. Mi pare che vi sia una importante riscoperta. Anche diversi giovani si stanno avvicinando al vernacolo. La ‘Brigata dei dottori’ è ancora sul pezzo, così i concorsi di poesia e realtà editoriali come Er Tramme. C’è un discreto movimento e tante persone che ci seguono perfino da fuori Toscana".

Sono le prime ore del 2024: quale desiderio esprime per la sua città?

"Mi piacerebbe tanto che i pisani smettessero di litigare e smettessero pure di lamentarsi. Al contrario sarebbe bello metterci tutti insieme per migliorare davvero la nostra città. I pisani hanno bisogno e diritto di avere una città migliore. E allora rivolgo un appello anche alla politica: lasciamola fare a Roma e noi rimbocchiamoci davvero le maniche per fare le cose sul serio".