
I rischi del padel. Gesi e i consigli pratici: "Regole semplici per giocare tranquilli"
Il confine fa ’sano movimento’ e ’rischio infortuni’ è spesso labile, soprattutto per lo sportivo saltuario. Anche il padel, all’apparenza così "innocuo", non fa alcuna eccezione. Della traumatologia da padel se ne parlerà sabato nel primo convegno nazionale che si terrà a Milano nell’ambito dell’evento internazionale ’Padel Trend Expo’. Il presidente del comitato scientifico è Marco Gesi, direttore della scuola di specializzazione in medicina dello sport e dell’esercizio fisico e del master in fisioterapia sportiva dell’Università di Pisa. In sedici anni di master Gesi ha preparato oltre 1.200 fisioterapisti ad altissimo livello.
Gesi, eccoci a parlare di padel. Inquadriamo la materia...
"Il padel è uno sport. Ma, attenzione, nessuno si può improvvisare sportivo".
In che senso?
"Beh, spesso siamo portati a pensare che si possa fare qualsiasi tipo movimento di ogni disciplina senza godere di alcuna preparazione. E’ un errore che può costarci caro".
Eppure il Padel non pare uno sport così... ‘pericoloso’.
"Il fatto che si impari con relativa facilità non cambia le cose. Si tratta pur sempre di uno sport che sollecita tendini, muscoli, articolazioni e ossa e come tale fa bene alla salute se però viene praticato nella maniera più corretta. Ed è qui che dobbiamo sfatare alcuni falsi miti".
Ad esempio?
"In primo luogo si pensa che sia più facile infortunarsi agli arti superiori, invece, non è così. Il 50% dei problemi sono legati agli arti inferiori: caviglie, ginocchia, muscoli. Solo il 35-40% riguarda gli arti superiori mentre il 3%-5% è relativo alla testa e il 10-12% al tronco".
E’ più o meno ‘pericoloso’ del calcetto?
"Ovviamente i contatti sono inferiori rispetto al calcetto, ma vi sono lo stesso. Penso, ad esempio, agli ‘scontri’ con le pareti. Il punto però è un altro...".
Prego.
"Non bisogna sopravvalutare le proprie capacità. Anche per una semplice partita fra amici serve un minimo di preparazione: un po’ di palestra, un minimo di elasticità muscolare e poi, ovviamente, bisogna sempre rispettare un accurato riscaldamento. Insomma, dobbiamo metterci in forma prima di arrivare a prendere una racchetta in mano e prenotare un campo. E di dirò di più...".
Che cosa?
"Anche se non facciamo attività agonistica nel vero senso della parola, consiglio comunque una visita sportiva completa e accurata. Soprattutto per chi ha superato i 35-40 anni e magari non sostiene un check-up medico da tanto, tanto tempo".
Il padel dopotutto è uno sport praticato anche da non giovanissimi.
"Le statistiche parlano chiaro: il 55% dei giocatori ha un’età compresa fra i 25 e i 45 anni con tutto ciò che questo comporta. Quindi divertimento, salute ma sempre con prudenza".