
TIRRENIA
Una storia giudiziaria lunga molti decenni quella del grande complesso di Tirrenia legato a doppio filo alla storia del cinema (ma va ben precisato che nella vendita all’asta di cui parliamo in questa stessa pagina non sono coinvolti gli ex Studios cinematografici che hanno reso celebre quell’area di Tirrenia in tutta Italia). Sembra quasi che l’ombra di Giovacchino Forzano si proietti sul quell’area esercitando il suo desiderio di rivincita. Già, perché è con le sue disavventure giudiziarie che tutto comincia, quando il sogno del cinema iniziato con il primo film girato nel 1934 addirittura con un soggetto di Mussolini, cominciò a svanire fin dal primo dopoguerra. In difficoltà economiche fu allora che Forzano chiese al tribunale l’amministrazione controllata e in quella fase – si era alla fine degli anni Cinquanta –fu contatto dal produttore Carlo Ponti che si impegnò, ma solo sulla parola, a rilevare l’intero complesso per una cifra intorno ai novecento milioni. Ma Ponti dopo quella promessa non si fece più vivo e il fallimento della Pisorno fu inevitabile.
A quel punto il colpo di scena. Nel 1960, nella stanza del tribunale di Pisa dove si teneva l’asta giudiziaria ecco che si presenta Carlo Ponti che si aggiudica il tutto per 270 milioni, lira più lira meno. Ponti, che aveva appena sposato Sophia Loren, ormai star internazionale dopo aver vinto l’Oscar con "La Ciociara", si impegnò per rilanciare l’attività del cinema ma di lì a poco svelò le sue vere intenzioni e dopo aver spento le luci di scena presentò un progetto per la costruzione di alberghi, ville e residenze turistiche che nella prima versione era addirittura di un milione e mezzo di metri cubi. Il progetto di Ponti, dopo un lungo dibattito che ebbe anche echi nazionali, fu poi respinto in nome di una tutela ambientale apparsa fin da allora irrinunciabile e aprì la strada alla istituzione nel 1979 del Parco Naturale.
Furono poi la figlia di Carlo Ponti Guendalina e il suo allora compagno Valerio Veltroni che fecero di nuovo accendere i riflettori sulla Cosmpolitan anche in seguito alla festa nazionale dell’Unità che nel 1982 si tenne proprio a Tirrenia. I due proposero una utilizzazione dell’area tenendo conto dei vincoli di tutela ambientale (golf, residenze e albergo), ma il progetto rimase a metà del guado dopo che entrambi, che avevano fatto il passo più lungo della gamba, dovettero arrendersi quando nel maggio del 1997, fu dichiarato il fallimento della Cosmopolitan gravata di un pesante passivo.
A quel punto entrarono in scena il costruttore Elio Panchetti e i fratelli Mario e Manrico Marianelli, titolari dell’omonimo gruppo conciario poi impegnati nella realizzazione del porto di Marina. Il resto, scomparsi i fratelli Marianelli e anche Elio Panchetti, è storia di oggi.
Giuseppe Meucci