I neonati “vedono” come gli adulti a quattro settimane dalla nascita: la scoperta

La ricerca condotta dalla Fondazione Stella Maris, in collaborazione con Università Vita-Salute San Raffaele, potrà avere importanti ricadute cliniche sul trattamento dei disturbi dello sviluppo neurologico

Il team di ricercatrici che ha condotto lo studio

Il team di ricercatrici che ha condotto lo studio

Pisa, 13 aprile 2023 – Già a quattro settimane di vita, le aree del cervello del neonato che presiedono all’analisi della visione del movimento sono mature e simili a quelle dell’adulto. Questo è il risultato straordinario di una ricerca scientifica sull’evoluzione delle aree cerebrali coinvolte nella visione nei neonati appena nati, iniziata 15 anni fa e destinata ad aprire scenari sempre nuovi.

Lo studio, intitolato “Development of BOLD response to motion in human infants” e pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Neuroscience, è stato condotto dal team di ricercatrici italiane composto dalle dottoresse Laura Biagi, Michela Tosetti (Laboratorio di fisica medica e risonanza magnetica dell’IRCCS Stella Maris di Pisa), Sofia Allegra Crespi (Dipartimento di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e coordinato dalla professoressa Maria Concetta Morrone (Dipartimento di Ricerca Traslazionale e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa).

Lo studio dimostra, abbassando ulteriormente il limite di età di sviluppo di queste aree cerebrali, come a quattro settimane dalla nascita siano già mature e non, come si pensava in precedenza, si sviluppino successivamente grazie alle interazioni che il neonato ha con il mondo esterno. “Comprendere la parcellizzazione delle aree cerebrali nei neonati e come queste maturino nelle prime settimane di vita ha importanti implicazioni cliniche – commenta il team di ricerca tutto al femminile -. Ad esempio, può aiutare a prevedere le conseguenze di un danno perinatale e il suo esito, nonché a guidare i medici verso nuovi approcci riabilitativi più specifici ed efficaci se realizzati durante determinate finestre temporali dello sviluppo”.

IL PROGETTO DI RICERCA. La ricerca ha preso il via nel 2008 e ha prodotto la sua prima pubblicazione nel 2015 su PLOS Biology, dimostrando per la prima volta che le aree cerebrali della visione erano già formate e simili a quelle di una persona adulta già a 7 settimane di vita. Questo primo lavoro ha anche prodotto le prime mappe della funzione corticale visiva dei neonati. Nella presente ricerca, il team ha deciso di estendere i propri studi a neonati ancora più giovani, a partire dalle 4 settimane di età.

Il team di ricercatrici ha utilizzato la Risonanza Magnetica funzionale per registrare l’attività cerebrale dei neonati mentre osservavano stimoli visivi. Una scelta che si è dimostrata di grande rilevanza per la riuscita dello studio, anche se è stata una sfida la gestione di bambini così piccoli, da mantenere svegli, collaborativi e impegnati attivamente nell’osservazione degli stimoli visivi in un ambiente non facile come quello della Risonanza Magnetica. I neonati, rassicurati dalla presenza e dal contatto con la mamma, seguivano con lo sguardo, su uno schermo, dei punti luminosi che si muovevano in modo casuale o in traiettorie coerenti.

I RISULTATI. I risultati dello studio hanno dimostrato che, proprio come negli adulti e nei neonati più grandi, anche i bambini di 4 settimane di età mostrano maggiori risposte al movimento coerente rispetto a quello casuale in un’ampia rete di aree cerebrali, comprese quelle associate alla percezione del corpo e al sistema vestibolare. Il team ha incluso nella ricerca circa 20 bambini, di cui 12 pubblicati nel primo lavoro e altri 8 soggetti inclusi in questo secondo lavoro con i neonati più piccoli. Anche in questa nuova avventura le ricercatrici sono riuscite a dimostrare che a questa età molto precoce, le principali aree corticali associative deputate alla percezione del movimento sono delineate e rispondono a stimoli visivi di movimento.