
Lucia
Esposito*
La scuola oggi è fortunatamente differente rispetto a quella di qualche anno fa.
Perché? Perché nonostante le difficoltà organizzative e le scelte politiche ci sono gli insegnanti testardi, coerenti, appassionati, curiosi, attenti, pionieri del futuro. I problemi che questa istituzione della nostra società presenta sono conosciuti e diffusi da anni, basti pensare alla questione degli spazi non sufficienti, le aule troppo piccole e troppo affollate; insegnanti di sostegno costretti a cambiare tutti gli anni abbandonando l’alunno fragile; il personale Ata insufficiente. Con la diffusione della pandemia questi problemi sono esplosi e ci siamo trovati di fronte a qualcosa di nuovo e terribile. Sappiamo che il nuovo spaventa e può mandare nel caos o in grande difficoltà. Così è accaduto. La scuola rifugio dell’istruzione è venuta meno a sé stessa e ha manifestato ulteriori problemi. Ha fatto emergere quanto fosse indietro nell’uso delle tecnologie e di metodologie innovative, che non vogliono
dire uso di tablet o computer, ma anche utilizzare tecniche che si fondono su una relazione positiva, collaborativa con gli alunni; ha fatto emergere quanto la didattica
tradizionale non fosse più attuale. Con la sostituzione delle lezioni classiche con la Dad, il sistema è cambiato. A chi non ha gradito la Dad possiamo dire quanto però abbia giovato a tutti!
Ha offerto spunti operativi per mantenere la relazione o addirittura per costruirla; siamo migliorati tutti nell’uso delle tecnologie e nell’uso di applicazioni didattiche;
abbiamo migliorato le soft skills come la capacità di risolvere i conflitti o problematiche legate alla rete durante una lezione, o dare stimolo o aiuto ai nostri allievi in difficoltà.
*Professoressa di lettere
Scuola media Bartolena