
di Renzo Castelli
PISA
Aveva 93 anni ma c’era ancora in lui quella passione per i cavalli che aveva coltivato fin dall’adolescenza. La scomparsa di Franco Triossi, avvenuta ieri, lascia un vuoto in quell’ormai sempre più esile pattuglia di testimoni di un’epoca dello sport equestre nel quale anche lui aveva a lungo militato con grande onore per oltre vent’anni. Bolognese, ma da molti anni residente all’interno della tenuta Salviati a Migliarino, Franco Triossi era diventato anche un grande appassionato del galoppo e ancora il 1° marzo, nell’ultima giornata di corse a San Rossore che si erano svolte alla presenza del pubblico, lui era all’ippodromo, interessato come sempre a ogni gara.
Era un testimone prezioso, un uomo che, malgrado l’età, aveva conservato una memoria ferrea e non aveva mai smesso, con i suoi racconti, di essere protagonista.
Quando, nel primo dopoguerra, San Rossore aveva ospitato le corse di cross country sul vecchio percorso che aggirava le tribune, lui fu uno dei concorrenti più presenti e più spesso vincitori. Erano anni eroici del cross country, con le amazzoni in giacca rossa e i cavalieri in giacca mera mentre non mancava mai una forte rappresentanza di militari, tutti rigorosamente in divisa. Fra questo c’era anche Piero D’Inzeo, il futuro campione olimpico, uno dei suoi amici più cari. Fermarsi a parlare con il cavalier Triossi nelle giornata di corse a San Rossore significava rinverdire quel passato remoto e le glorie dello sport equestre nazionale.
"Conoscevo anche il padre di Piero e di Raimondo D’Inzeo – ricordava - Era maresciallo di cavalleria e per i due figli loro fu naturale diventare cavalieri e poi grandi campioni. Io ebbi maggiori difficoltà poiché mio padre era un dirigente d’azienda e poi fu anche dirigente nel mondo dei cavalli. Piero era più vecchio di me di quattro anni, Raimondo di due. In una delle, prima gare di cross a San Rossore , nel ‘47, però io battei Piero. Montavo una cavalla che si chiamava Favola e lo superai alla staccionata che era il penultimo ostacolo".
Franco Triossi e Piero d’Inzeo tornarono a rivedersi proprio a San Rossore, in occasione del centenario del premio ‘Pisa’ di galoppo nel 1990 e fu un incontro fra fratelli. Triossi diceva di avere molto ammirato anche un "giovane" cavaliere, Graziano Mancinelli. Per lui, Mancinelli (che fu medaglia d’oro alle Olimpiadi di Monaco del 1972 ed è scomparso nel 1992) era "giovane" perché aveva dieci anni di meno.
Da molti anni Franco Triossi viveva a Migliarino, vicino ai cavalli che durante i concorsi ippici popolano la tenuta. Ma non perdeva un sola riunione di corse al galoppo a San Rossore. La società Alfea gli aveva sempre fatto omaggio di una tessera d’ingresso gratuita con diritto di accedere al pesage. Un segno di rispetto a un importante protagonista del passato.