PISA
Ha 28 anni, da 13 è impegnata come volontaria. Ersiola Ganaj è per la quarta volta in Ucraina. La contattiamo su facebook "perché qui la linea va e viene". Ersiola è partita con “Humanitarian project” insieme al fondatore, Giuseppe Giannone e ad altri giovani che hanno aderito al progetto subito dopo lo scoppio della guerra. "Abbiamo fatto circa 25 viaggi".
E l’obiettivo?
"All’inizio abbiamo portato aiuti di prima necessità e da allora abbiamo continuato mese dopo mese a sostenere questa popolazione. Oltre al supporto materiale con medicine e beni urgenti, svolgiamo un lavoro mirato con i bambini attraverso varie attività ludico-educative con giochi, clown e arte terapia, il tutto per portare un messaggio di speranza alle persone che incontriamo".
Dove siete?
"Inizialmente abbiamo portato aiuti a Vinnytsia (che si trova a 5 ore dal confine rumeno), per poi addentrarci sempre più nel territorio ucraino. Ad oggi abbiamo lavorato già in diverse città e regioni tra cui Kiev, Kherson, Poltava, kharkiv, Izium ed altri villaggi molto vicini al confine con la Russia o alle zone occupate".
Com’è la situazione?
"Non tutte le città sono bombardate, ma quelle più vicine alla Russia sono gravemente colpite. Quando siamo qui sentiamo spesso suonare le sirene, questo significa che probabilmente un missile o una bomba potrebbe arrivare dove ci troviamo".
Si vive con la paura...
"In uno degli ultimi viaggi ho sentito un bombardamento a pochi chilometri da noi e ha tremato tutto l’edificio dove ci trovavamo, lasciandoci senza corrente per tutta la notte".
Che cosa l’ha colpita di più?
"Il popolo stesso: forti, coraggiosi e uniti. Rappresentano i valori della nostra associazione: non è solamente consegnare un aiuto, un pacco alimentare o un momento di spensieratezza; vogliamo donare speranza".
Antonia Casini