"Il passaggio del centro integrato 0-6 Lo Scarabocchio dalla cooperativa Agape ad altro gestore non è tecnicamente possibile nell’immediato, mentre si tratta di un intento che potrà compiersi solo al termine di un percorso formale approfondito. L’amministrazione comunale si è presa l’impegno di monitorare che tutti gli atti necessari per un futuro cambio di gestione siano corretti al fine di garantire la massima qualità e la congruità del servizio educativo e a concertare, con Agape, una gestione invariata almeno fino a giugno 2021".
E’ quanto si legge in un comunicato del Comune di Bientina, a firma del sindaco Dario Carmassi e della vicesindaca Barbara Frosini, dopo la riunione di mercoledì sera con i rappresentanti dei genitori dei bimbi che frequentano il nido e la sezione dell’infanzia Lo Scarabocchio preoccupati per le voci sul futuro della struttura. Alla riunione hanno preso parte anche Federica Baroni ed Elisabetta Della Longa, rispettivamente presidente e componente del consiglio di amministrazione di Agape. L’incontro è stato convocato dal Comune. Nell’incontro è stato ribadito che la titolarità del servizio educativo Lo Scarabocchio non è dell’amministrazione comunale di Bientina, ma della cooperativa sociale Agape ed è stato sottolineato che in virtù di un project financing in essere, il Comune ha con il gestore una convenzione in base alla quale c’è un ulteriore abbattimento dei costi delle rette per i residenti di Bientina che si somma alla convenzione ordinaria con l’Unione Valdera.
"Agape ha dichiarato di voler affittare per motivi economici una parte del ramo di azienda che riguarda i servizi educativi, nella fattispecie Lo Scarabocchio – spiegano ancora Carmassi e Frosini – La questione ad oggi però non è definita da atti ufficiali". Il Comune di Bientina, concludono il sindaco e la vicesindaca, "vuole che sul proprio territorio rimanga anche per gli anni educativi futuri un centro educativo 0-6 anni, fondamentale per offrire alla propria comunità opportunità di crescita di qualità e di cura, che altrimenti le famiglie dovrebbero cercare altrove in comuni limitrofi".
gabriele nuti