ANTONIA CASINI
Cronaca

Ruba una bandiera e va in carcere... 13 anni dopo

La vera storia di un giovane pisano in un video della Camera penale. "Imputato a vita"

Il direttivo della Camera penale di Pisa

Pisa, 29 ottobre 2019 - In galera 13 anni dopo il fatto, il furto di una bandiera. Hanno abbandonato la toga per qualche momento, anzi, qualcuno l’ha indossata anche sul set, ma come attore, interpretando se stesso. Uno ha invece impersonato l’imputato. Sono gli avvocati della Camera penale di Pisa che si sono astenuti per una settimana, come tanti altri colleghi d’Italia, contro la riforma Bonafede che abroga, di fatto, la prescrizione. Hanno realizzato un video, oltre 4 minuti, in cui si riassume una vicenda vera, seguita dall’avvocato Antonella Antonelli. Un’idea sceneggiata e realizzata (con il contributo del collega Ernesto Marinucci) da Laura Antonelli, presidente della Cp pisana “Antonio Cristiani“: «L’abolizione della prescrizione costituisce una truffa. Imputati e vittime in balia di uno Stato che non è Stato in grado di punire e assicurare giustizia e che, invece, di chiedere scusa, si ritaglia norme che coprano la sua incapacità e la sua inerzia». La storia vera. Un giovane pisano, al termine della partita Italia-Australia, era stato accusato di aver rubato una bandiera tricolore e la grondaia in rame (un metro) alla quale era appesa, da una casa. Era il 2006. L’anno dei Mondiali, da qui, il paragone con il mondo del calcio e delle sue regole. «Abolire la prescrizione, è come abolire il 90° minuto», si legge all’inizio del cortometraggio. Le immagini scorrono e si vede un gol decisivo di Del Piero. Quindi, appare lui, di spalle, il protagonista (finto) della vicenda, l’allora ragazzo, 20 anni circa, che ricorda quel momento, quando fece una “cavolata”. Il video riprende poi con ‘l’attore’ dietro le sbarre. Si intuisce che è stato arrestato. Nella realtà fu proprio così. All’epoca, il giovane si fece due giorni di carcere. Ma, si dice più avanti, aveva un precedente, un “banale sinistro”. E il suo legale nella fiction lo sottolinea: «Purtroppo la sentenza c’è e la condizionale, probabilmente, te la sei giocata». Viene discusso l’appello e la pena è ridotta. I mesi che deve scontare, in tutto, sono 6. Passa il tempo. L’uomo diventa padre e un giorno, è il 2019, bussano alla sua porta, sono i carabinieri. Gli rimangono da fare 5 mesi e 28. Passa uno mese intero da recluso. «Il suo difensore chiede e ottiene una misura alternativa», sottolinea il segretario della Camera penale, Serena Caputo. Un caso, un esempio raccontato, al quale seguono commenti sull’istituto giuridico, la prescrizione, appunto. Le riflessioni finali degli avvocati, stavolta non recitano, che ricordano come dal 2006 si siano disputati 3 Mondiali e altrettanti Europei. «Nessuno dei calciatori professionisti dell’Italia campione del mondo gioca adesso nella nazionale». «Quale finalità può avere una pena a 13 anni dal fatto?», si chiedono. Ecco spiegato, per loro, il significato di «imputato per sempre». Un piccolo film interamente girato nella città della Torre fra le aule del Tribunale e i nostri lungarni. Il cui protagonista, ahimé, potrebbe essere chiunque. Ed eccoli gli altri avvocati-attori. Qualcuno compare in video, altri sono rimasti dietro l’obiettivo ma hanno contribuito a montare il piccolo film: Alessandro Zarra, Marco Romeo, Alessandro Niccoli, Marialuisa Bresciani, Andrea Cariello, Giuseppe Carvelli, Riccardo Taverniti, Chiara Benedetti, Maria Concetta Gugliotta, Francesco Cerri, Ottavio Bonaccorsi, Alberto Marchesi, Ezio Menzione, Ranieri Del Torto, Tania Del Colletto, Massimo Mosca, Claudia Citi Marley, Michele Casarosa, Antonella Antonelli e Giulia Romano.