
La polizia indaga sulle foto hard di minorenni pubblicate su Internet
Pisa 22 gennaio 2016 - Scambi a luci rosse in rete tra giovanissimi. Sono sempre di più a farlo e sono sempre più giovani. La situazione è grave e lo conferma anche la polizia postale che ogni settimana raccoglie nuove segnalazioni in città per quanto riguarda la pedopornografia. Una quotidianità dell’osceno che il ragazzino o la teen-ager di turno alla fine arrivano a trovare «normale», scambiando così le scene esplicite viste in rete con la realtà, ben diversa, dei rapporti nel mondo degli adulti. Il primo approccio di questo tipo si ha già intorno ai nove anni, di solito dopo l’acquisto di un cellulare per il bambino, regalato magari in occasione della prima comunione o per il compleanno.
Finisce che nel giro di poche ore, al massimo alcuni giorni, magari sostenuti dalla curiosità per il proibito condivisa insieme ai compagni di classe, si ha il primo approccio con i siti porno. Questo è possibile proprio perché lo smartphone è acquistato e intestato a un adulto e dunque abilitato all’accesso sui siti per maggiorenni. In tre o quattro anni i giovani si sono già tolti ogni curiosità di tipo virtuale ed ecco che comincia il sesso sulle chat. Le denunce raccolte dalla polizia postale pisana sono principalmente legate a questo volto distorto dell’erotismo minorile.
Sono soprattutto le ragazze ad approfittarne, magari scambiando una ricarica telefonica per una foto nuda. Come arginare questa deriva? La polizia postale sta portando avanti un progetto di divieto di accesso a internet – attuabile semplicemente togliendo il traffico dati – per i minori di 14 anni. Gli agenti stanno inoltre attuando una serie di progetti in collaborazione con le scuole, proprio per mettere in guardia giovani, genitori e insegnanti, sui pericoli legati a queste pratiche distorte e pericolose. Ancora diversa è la situazione delle «cam girl». In questo caso le giovanissime trovano il proprio spazio su siti dedicati, che effettuano pagamenti diretti alle carte prepagate a favore di chi si presta per farsi guardare in atteggiamenti intimi in streaming da adulti paganti. Un gioco pericoloso che quasi sempre sfocia in denunce da parte dei genitori alla polizia postale.
La cosa difficile è rimediare, perché le immagini, una volta raggiunti i server internazionali, non possono più essere rimosse dalla rete, e il pedofilo denunciato dai genitori della ragazza difficilmente può essere accusato, proprio perché le giovani dichiarano di essere maggiorenni utilizzando determinati programmi e di ricevere i pagamenti. La prevenzione e l’educazione sono, quindi, le uniche armi a disposizione delle famiglie e degli insegnanti per evitare che la situazione sfugga di mano.