E’ Stefano Del Corso, affermato avvocato penalista pisano e ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna il nuovo presidente di Fondazione Pisa. Confermate le indiscrezioni pubblicate ieri da "La Nazione" anche sui nuovi ingressi nel cda. I consiglieri eletti sono l’ingegner Stefano Carani, il dottor Roberto Cutajar, l’avvocato Michele Mariani e la dottoressa Ginevra Venerosi Pesciolini.
Gli uscenti sono l’avvocato Massimo Messina e il dottor Niccolò Quaratesi d’Achiardi, oltre al presidente uscente, l’avvocato Claudio Pugelli che ha guidato la Fondazione per due mandati. Il nuovo presidente e il cda sono stati eletti ieri per acclamazione dall’assemblea della Deputazione, dove erano tutti presenti: entreranno in carica il 1° settembre prossimo e vi resteranno fino al 2023. Il rinnovo del massimo organo della Fondazione fa seguito alla decisione del cda di rassegnare le proprie dimissioni in anticipo rispetto alla naturale scadenza di fine anno del mandato "per consentire al nuovo consiglio di provvedere, nel prossimo autunno – informa una nota – alla elaborazione della programmazione strategica di medio periodo della Fondazione mediante la predisposizione del documento programmatico previsionale del prossimo triennio. Le Fondazioni di origine bancaria devono ex lege, in via ordinaria e come è stato negli anni precedenti, predisporre (a cura del cda) e approvare (a cura della Deputazione quale Organo di Indirizzo) ogni anno, entro il 31 ottobre, un complessivo piano previsionale di azioni di prospettiva triennale (definito Documento Programmatico Previsionale), di contenuto finanziario ed erogativo, che detta le specifiche linee di gestione operativa dell’esercizio successivo e quelle programmatiche dei due immediatamente seguenti, per quanto riguarda l’insieme delle attività istituzionali da svolgere".
"Tuttavia – prosegue Fondazione – la recente crisi pandemica, tuttora perdurante, ha prodotto imprevedibili e rilevanti effetti di stravolgimento dei fattori socio economici caratterizzanti l’attuale sistema globalizzato in cui interagiscono praticamente tutti i Paesi. Effetti che si protrarranno nei prossimi mesi del corrente anno e che interesseranno, a parere degli Enti regolatori sovranazionali, anche il 2021 e forse oltre in misura di non agevole previsione quanto a prospettive ed eventuale necessità di correzione delle previsioni nei periodi a venire. Proprio in forza dello scenario di incertezza che si profila nel breve medio periodo il consiglio attualmente in carica ha ritenuto che il prossimo Documento di Programmazione Previsionale debba essere pensato, progettato e predisposto materialmente da chi dovrà poi curarne la concreta attuazione, ed occorrendo anche il progressivo aggiornamento".