Foibe, l’evento a teatro: "A lungo un tabù in Italia"

Il commento del sindaco Conti all’iniziativa al Verdi moderata da Bedini "Fu Marchesi, che insegnò a Pisa, a proporre la laurea ad honorem a Cossetto".

Foibe, l’evento a teatro: "A lungo un tabù in Italia"

Foibe, l’evento a teatro: "A lungo un tabù in Italia"

"La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata è stato a lungo un tabù in Italia. Per troppi anni si è taciuto sulla feroce pulizia etnica, ideata e realizzata dal regime comunista di Tito, prima dell’istituzione del Giorno del ricordo nel 2004 che ha interrotto un lungo e colpevole oblio". Lo ha detto il sindaco Michele Conti, intervenendo ieri al Teatro Verdi, alla cerimonia istituzionale per il Giorno del Ricordo alla quale sono intervenuti lo scrittore e filosofo Stefano Zecchi e il giornalista triestino Fausto Biloslavo, stimolati dall’assessore alla cultura, Filippo Bedini, e alla quale hanno preso parte centinaia di alunni delle scuole pisane insieme alle autorità cittadine: il prefetto, Maria Luisa D’Alessandro, il presidente della Provincia, Massimiliano Angori, il presidente del consiglio comunale, Alessandro Bargagna, il questore Sebastiano Salvo e il presidente della sezione pisana dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Clelia Kolman.

"A 20 anni dall’approvazione della legge - ha aggiunto Conti - la Camera ha compiuto un ulteriore passo verso la restituzione della verità e della dignità a tante famiglie italiane, approvando un disegno di legge che promuove la conoscenza di quella tragedia nelle giovani generazioni". Il sindaco ha anche ricordato che "fu Concetto Marchesi, accademico e padre costituente, che proprio a Pisa insegnò al liceo, si sposò e fu consigliere comunale nel 1908 e 1909, a proporre il conferimento della laurea ad honorem a Norma Cossetto all’Università di Padova: era il 1949, uno dei pochi fulgidi esempi di riconoscimento prima del lungo oblio. Ha poi sottolineato che "furono 350 mila, invece, i giuliani e i dalmati che dovettero abbandonare le proprie terre d’origine, annesse alla Jugoslavia lasciandosi alle spalle dolore e morte trovando rifugio in Italia: anche Pisa, molti anni fa, ha accolto una comunità di istriani, giuliani e dalmati che hanno ripreso qui il cammino della loro vita interrotto brutalmente dalle violenze perpetrate nel confine orientale". Nel pomeriggio sono seguite le deposizioni di corone d’alloro e mazzi di fiori al cippo "Martiri delle foibe" a Marina di Pisa, alla rotatoria "Martiri delle foibe" a Porta a Lucca e alla rotatoria "Norma Cossetto".