
Filo diretto anti-barriere Da Camilla a Junio Ora il marciapiede diventerà accessibile
Il cantiere è stato aperto. Da un risultato nascono altre proposte, dall’entusiasmo, la voglia di conoscere e il passaparola. E così si è creato un filo tra Junio Cristiano Caselli, il padre di Margherita, e Camilla. Junio l’anno scorso, con una catena umana, di cuori e di menti, portò fino in cima alla Torre pendente la figlia Margherita. In quell’occasione lui e l’allora assessore alla disabilità Munno discussero di un giro in città per individuare le barriere architettoniche e trovare soluzioni. Un’idea che si sta concretizzando. Dopo aver conosciuto Camilla Mannino, una laurea triennale in Ingegneria biomedica all’Università di Pisa, la magistrale alla Sant’Anna e in partenza per il dottorato a Parigi, ha raccolto una sua segnalazione. "Ho una tetraparesi distonica dalla nascita e ciò mi comporta difficoltà nella deambulazione e un linguaggio poco fluido", racconta lei stessa in "Esperienze al tempo del Covid 2019. Storie di studenti con disabilità" di Pisa Univesity Press. "Junio mi ha espresso la volontà di collaborare con l’amministrazione pisana per rendere la città più accessibile partendo proprio dalle piccole cose. A quel punto mi è venuto spontaneo far presente le problematiche del tratto di marciapiede di via Vittorio Veneto che negli anni è diventato sempre più sconnesso, fino a rendere estremamente difficoltoso il passaggio non solo a persone in carrozzina, ma anche a bambini nel passeggino o a persone anziane con problemi di deambulazione".
Junio ha incontrato un giorno il garante delle persone disabili, Alessandro Di Ciolo e l’assessore attuale alla disabilità Giulia Gambini. "Un lavoro di squadra – commenta quest’ultima – con l’assessore Latrofa. "Eravamo insieme e ci siamo attivati subito. Ma qualsiasi cittadino può fare una segnalazione ([email protected]). L’amministrazione ha la volontà di superare le barriere architettoniche". I lavori sono iniziati.
"Il progetto di Junio è quello di portare le persone a sentirsi più libere di segnalare le difficoltà perché a volte basta davvero poco per risolvere i problemi – afferma Camilla – ma bisogna prima condividerli".
Antonia Casini