REDAZIONE PISA

Filmò sesso tra minori Il caso arriva in appello

Era stato condannato a 6 anni: è ai domiciliari ma rischia il carcere. Udienza a maggio per il 70enne pisano conosciuto nelle manifestazioni storiche.

Filmò sesso tra minori Il caso arriva in appello

Ora si trova agli arresti domiciliari, ma, con la sentenza definitiva, rischia il carcere. E’ accusato - la contestazione più grave - di aver filmato sesso tra minori. In primo grado era stato condannato a sei anni (30mila euro di multa) per la violenza sessuale aggravata (palpeggiamenti) e continuata su minore e per la produzione continuata di materiale pedo pornografico, assolto per due posizioni, adescamento di minore continuato e interferenza illecita nella vita privata. Per l’11 maggio è stata fissata l’udienza di appello a Firenze per il 72enne pisano che ha ricperto ruoli nelle manifestazioni storiche legate al Comune. Ma l’uomo (di cui omettiamo le generalità a tutela delle vittime) si era già dimesso prima del primo arresto e, al momento, non ha più funzioni. Era stata stabilita anche la provvisionale: 5mila per due persone e 10mila, per altre due. Sono state riconosciute le attenuanti generiche. Lo aveva annunciato il suo difensore, l’avvocato, Massimo Parenti: "Accolta gran parte delle nostre richieste, ma presenteremo appello". L’imputato aveva deciso di raccontare la sua versione con una memoria scritta ammettendo di aver tenuto sì quegli "atteggiamenti" dei quali, però, avrebbe ignorato la gravità. L’uomo era stato arrestato a settembre 2021 dalla squadra mobile di Pisa. Nel 2020 era già stato condannato a due anni e 4 mesi per violenza sessuale, in quella occasione aveva risarcito la parte offesa.

E fu proprio durante quelle prime indagini che gli agenti portarono via il suo pc e l’hard disk dalla sua abitazione. Grazie a una perizia forense, spuntarono i filmati di una ragazza e un ragazzo in intimità nella sua casa. Casa che il 72enne avrebbe prestato più volte ai due che non sapevano della presenza delle microcamere. Nel blitz furono rinvenute anche diverse fotografie di ragazzine che frequentavano l’ambiente legato all’incarico tenuto dal 72enne: scatti fatti durante le attività comuni o vacanze, ma anche foto dei vari profili social rielaborate – per l’accusa - dall’uomo attraverso programmi informatici che ’spogliano’ i soggetti (la pratica del deepnude).

La polizia sequestrò i minuscoli occhi elettronici. Passato al setaccio anche tutto il mondo social: le sue chat di Whatsapp, Facebook e Instagram per analizzare il modo di approcciarsi alle giovanissime. In due occasioni, ci sarebbero stati anche palpeggiamenti. Sei in tutto le vittime, di cui tre hanno sporto denuncia-querela. Il caso è passato dalla procura di Pisa a quella Distrettuale di Firenze per la tipologia di reati contestati su minorenni.

Antonia Casini