Una solida storia di famiglia. Una storia di successo e resilienza, ora più che mai in questo tempo difficilissimo in cui respingere l’impatto del Covid è un traguardo non da tutti. Farmigea "celebra" i suoi primi 75 anni al servizio della cura dell’occhio. Azienda specializzata nella ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti oftalmici, è una delle eccellenze del comparto farmaceutico pisano, italiano e internazionale. Mario Federighi – nipote dello storico fondatore Antonio (che dopo aver acquisito una piccola realtà del settore nel 1946 tornò a fare l’imprenditore agricolo lasciando campo libero ai figli) – è entrato in Farmigea nel 1988 assumendone poi il timone nel 2001, dopo aver rilevato la quota d’azienda dello zio. "Sono un entusiasta ma anche io, che non ho quasi mai paura di nulla, ammetto che il timore di sbagliare un qualsiasi passo in questo periodo è altissimo. Il pensiero delle famiglie che stanno dietro ad ogni mio dipendente è perenne. Ma devo dire una cosa: ancora canto quando vengo a lavorare la mattina...".
E gli obiettivi, infatti, non mancano: il mercato americano, da sviluppare nei prossimi 3-5 anni (e per il quale sono state recentemente effettuate tre assunzioni) e tre brevetti in cantiere. Una spinta all’innovazione che arriva – oltre che dall’energia di Mario – anche dalla quarta generazione: Federigo, 26 anni, un destino scritto accolto con la voglia di difendere una realtà preziosa che ha ancora margini per crescere. "Sarà lui, che tra 5 anni, per il nostro ottantesimo, vedrete al timone. L’età media in Farmigea è 40 anni, siamo un’azienda giovane". Ma con le radici profonde. "L’emergenza sanitaria non ha avuto ripercussioni sui risultati aziendali, il settore ha retto, continuiamo a ricevere nuove richieste e nuovi partner. In questo momento posso dire che la visione è sostanzialmente confortante per quanto riguarda la tenuta aziendale. Una stabilità che ci permetterà a breve anche di avviare una serie di investimenti per rinnovare la gamma macchine" annuncia Mario Federighi che indica con il dito "il piano di sotto", dove tutto viene prodotto. Un altro valore aggiunto di Farmigea: il chilometro zero. Era il 1982 quando venne brevettato il primo collirio monodose, nelle confezioni che oggi tutti abbiamo in casa e utilizziamo. Poi è arrivato tutto il resto: le salviette per la detersione perioculare, lo "Xiloial" (oggi primo prodotto aziendale), farmaci, dispositivi medici, cosmetici e integratori alimentari, indicati per le principali malattie oftalmiche, come la sindrome dell’occhio secco, le malattie infiammatorie e il glaucoma.
Prodotti a marchio e per conto terzi, un business internazionale: prodotti fabbricati in Farmigea sono oggi esportati, con diversi canali distributivi, in oltre 55 paesi del mondo. A dare gambe c’è anche un dipartimento Ricerca e Innovazioni che si avvale di una rete di università - compresa quella di Pisa - e istituti nazionali e internazionali per lo studio di nuove soluzioni innovative nell’ambito delle malattie oculari. Ambito, quest’ultimo, che fa parte dei tre valori – insieme all’attenzione alle risorse umane e alla qualità – sui quali la famiglia Federighi intende puntare anche nel futuro. Dalla quarta generazione in su.
Francesca Bianchi