"Fanghi dei dragaggi bocciati dalle analisi"

Cercasi sabbia disperatamente. Stavolta non c’entra il male cronico erosivo delle spiagge del Litorale. Il problema è che "nei fanghi dragati per Darsena Europa, di sabbia ce n’è veramente poca". È il primo iato nella "inarrestabile" time line della Darsena Europa la titanica impresa labronica che farà del porto di Livorno un concorrente al porto di Anversa alla modica cifra di 450 milioni di euro (costi già lievitati). Giovedì si è tenuta la riunione della prima commissione consiliare chiesta due mesi fa dalla lista Una città in comune e Rifondazione comunista. "Per rendere ‘digeribile’ la darsena al territorio pisano – dice Francesco Auletta della lista - si parlò di compensazione dicendo che i fanghi dragati per costruirla verranno utilizzati per il ripascimento della costa. Francamente sembrava poco credibile e lo denunciammo subito. E infatti: le analisi effettuate hanno dimostrato che i fanghi sono risultati non compatibili. Dovranno essere conferiti in vasca di colmata nel porto di Livorno. Vasca che dovrà essere più grande dell’atteso". La lista civica, ha inviato a La Nazione il dettaglio tecnico della relazione dell’ufficio ambiente comunale in cui si scrive "… gli esiti hanno evidenziato un’importante presenza di sedimenti marini in alasse A, ossia chimicamente ed ecotossicologicamente idonei al ripascimento sommerso, ma con contenuto di frazione sabbiosa non prevalente, requisito di norma per consentire il ripascimento sommerso". Sabbia dunque poca. E là dove c’è, nei rimanenti fanghi, qualcosa non quadra perché la relazione continua scrivendo: "…sono stati individuati orizzonti di sedimenti marini in Classe A con frazione sabbiosa prevalente, ma con presenza di sostanze organiche in matrice che ne pregiudicano l’utilizzo a ripascimento".

Dove trovare dunque la sabbia per rimpinguare il litorale pisano? Secondo Auletta : "Per il ripascimento ora si pensa a raccogliere sabbie di Viareggio: ma anche in questo caso bisognerà prima fare analisi. Senza contare che anche questa soluzione potrebbe avere un impatto ambientale e altri costi". Già, i costi quelli vivi. Anche se non si è ancora cantierato la lista Una città in Comune spiega: "Da quanto sapevamo sino a giovedì sera, erano già previsti adeguamenti del progetto con un aumento dei costi stimato in 70-80 milioni di euro. Ad ora l’opera già costerebbe 450 milioni di euro, 200 dalla Regione, 200 dal Ministero delle Infrastrutture e 50 dal Cipe. L’opposizione a questa opera è per noi punto dirimente con cui ci candidiamo alle prossime amministrative".

Carlo Venturini