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Falce e martello e buoni ordinari La storia da romanzo del circolo

Dalle partite a pallone fra socialisti e comunisti, al prestito che tutta Nodica contrasse in favore dell’Arci. E oggi al Circolo Giovanile si fanno le tombole e si adottano bambini a distanza: "Voglia di stare insieme".

Falce e martello e buoni ordinari La storia da romanzo del circolo

NODICA (Vecchiano)

Che volto avesse quell’americano nessuno sa dirlo: giurano di non averlo mai visto da quelle parti, a Nodica. Eppure il terreno sul quale sorge il Circolo Giovanile Arci ’Vasca Azzurra’ era di proprietà di un tale, un fantomatico emigrato che si narra avesse fatto fortuna a San Francisco. I militanti dell’Arci pagavano da sempre un affitto a un intermediario ma, ormai dopo oltre 30 anni di attività, era giunto il momento di acquistare la struttura. Fu allora, nel cuore degli anni ’80, che nacquero i ’Bon’, ovvero i ’Buoni ordinari di Nodica’: un prestito collettivo sottoscritto da tutta la frazione vecchianese per sostenere l’acquisto del Circolo.

Una storia da romanzo e un nastro del tempo da riavvolgere. C’è chi questa storia la racconta e chi la ascolta da oltre sessant’anni. Luciano Menichetti, anima del Circolo, la narra così, iniziando dal Dopoguerra. "La casa del Fascio era ormai stata trasformata in Casa del Popolo – racconta – e si giocavano partite a calcio fra socialisti e comunisti. Si dice che fu per colpa proprio del pallone se vi fu la scissione a Nodica, ma in realtà fu tutta una questione politica". Allora il gruppo dei giovani comunisti fondò il Circolo. "E da una stanzetta – continua Menichetti – pian piano furono fatti investimenti e lavori. Nuove sale, il bar, lo spazio esterno". Ma i soldi mancavano e l’affitto era un peso insopportabile: "Bisognava comprare il Circolo".

"Pur un caso fortunato – ricorda Menichetti – riuscimmo a metterci in contatto telefonico con il proprietario americano. Per cercare di tenere basso il prezzo dicemmo che la struttura era ridotta piuttosto male". Un perito super partes stabilì la cifra: "Per acquistare tutto servono 127 milioni di Lire".

"Una cifra che non avevamo e non potevamo raggiungere in alcun modo – continua Menichetti –. Ecco allora che a qualcuno venne l’idea dei ‘Bon’, ovvero i famosi ‘Buoni ordinari di Nodica’". Che cosa erano? "Un prestito sottoscritto con il Circolo. Tu lasciavi la tua offerta, il Circolo si impegnava a restituire la somma con un piccolo interesse finale". Qui i racconti di Menichetti e Luciano Masoni, attuale presidente dell’Arci, si incrociano. "Tutti, ma proprio tutti, vollero partecipare – spiegano in coro –, anche chi non era comunista. Anche chi era povero in canna ci lasciò quanto poteva. E la cosa bella fu che in pochissimi, poi, vennero a richiederci la somma pattuita. Fu un incredibile gesto di affetto che forse, ai giorni nostri, non sarebbe più possibile. Fu un miracolo: raccogliemmo oltre 100 milioni".

Gli aneddoti sono innumerevoli, ma Menichetti ne ricorda uno divertente. Sulla pista da ballo esterna ancora oggi, incastonata nella pietra del pavimento, vi è una ‘Falce e martello’. "Quando vidi l’operaio che la disegnava col marmo – racconta – cercai di fermarlo. I ‘Bon’ erano stati sottoscritti anche da non militanti e mi sembrava doveroso rispettare tutti. Ma l’operaio non volle saperne: ‘Lei faccia il presidente che io faccio l’operaio’".

Storie di amicizie e amori che arrivano fino ai giorni nostri: "Il Circolo – racconta Nedo Masoni – opera tante attività. Ma sicuramente quella più seguita è la tombola: riunisce più di cento persone ogni settimana. Perché continuiamo a farla? E’ un modo meraviglioso, per stare insieme". Al "Circolo Giovanile Arci Vasca Azzurra" – "Circolo antifascista", si legge nell’insegna – i giovani comunisti, oggi sono anziani di una certa età e qualche acciacco. Eppure le loro storie non sono come quelle di Instagram, non durano (effimere) soltanto una manciata di ore.