
Emanuele Scieri
Pisa, 2 marzo 2023 - "Chi è stato?, ma soprattutto come è potuto accadere che Scieri sia stato riconsegnato alla famiglia cadavere solo dopo tre giorni dalla sua morte?".
Parte da qui la requisitoria del procuratore capo Alessandro Crini, una delle ultime della sua carriera, a breve andrà in pensione, con cui ha chiesto 24 anni per Alessandro Panella e 21 anni per Luigi Zabara, i due imputati. Quasi sette ore di discussione sua anche per il sostituto Sisto Restuccia, presente in aula, che hanno ricostruito un caso aperto da 24 anni.
Quello della morte del 26enne allievo parà siciliano, deceduto nella caserma Gamerra di Pisa nell'agosto del 1999.
Per quel fatto ci sono a processo appunto i due ex commilitoni, Panella e Zabara, che si sono dichiarati innocenti.
Per l'accusa i due con il terzo Andrea Antico (assolto in abbreviato in primo grado, è pendente l'appello) avrebbero percosso Emanuele facendolo cadere dalla torretta di asciugatura dei paracaduti, procurandogli così la morte e nascondendo il suo corpo, da qui la contestazione di omicidio volontario.
Il procuratore ricostruisce il clima di nonnismo dell'epoca. Chiama in causa la responsabilità dei vertici che avrebbero coperto il fatto, concludendo nella prima parte della discussione: "Che Scieri fosse morto era cosa nota fin da subito in caserma", le ricerche, il ritrovamento e tutto quello che accadde il 16 furono un "teatrino".
E cita più volte l'ex maggiore Salvatore Romondia e l'ex generale Enrico Celentano, imputati per favoreggiamento, assolti, anche loro in primo grado, ma la Procura si è appellata.
Nelle prossime udienze, la versione della difesa,con le arringhe degli avvocati Andrea Cariello, Andrea Di Giuliomaria e Maria Teresa Schettini, e le parole delle parti civili (la madre e il fratello) attraverso i legali Ivan Albo e Alessandra Furnari.