E’ di nuovo truffa del finto avvocato "Suo figlio ha investito una persona Servono soldi per liberarlo"

Stavolta, però, la vittima ha reagito sventando il tentativo di raggiro: "Vado da solo in questura"

Una telefonata con voce garbata ma ferma. "Sono l’avvocato tal dei tali, suo figlio ha investito una persona sulle strisce. Ora è in questura. Servono soldi per liberarlo". Torna la truffa dei finti legali, carabinieri, poliziotti che chiamano nelle case dei cittadini, stavolta in un quartiere alle porte della città, per raggirarli con discorsi studiati, poi recarsi nelle abitazioni e ripulirle. Ma, in questo ultimo caso, l’uomo all’altro capo del telefono si è trovato davanti una vittima che ha reagito come si dovrebbe fare, buttando giù il telefono. "Vado da solo in questura" e chiamando dal proprio cellulare il figlio per accertarsi che stesse bene. "Sono a casa mia", ha risposto quest’ultimo. "Tutto ok". Le forze dell’ordine consigliano sempre, infatti, di non utilizzare il telefono fisso perché la linea resta talvolta agganciata e allora il truffatore finge di essere il parente stesso. E’ vero, la voce di chi ci è più caro la si riconosce subito, ma nella paura e nella confusione, qualcuno potrebbe cascare nell’ulteriore trappola.

Durante la chiamata, chi contatta, di solito persone anziane, incrocia dati e verifica a chi corrisponde l’utenza telefonica, avverte che di lì a poco si presenterà nell’alloggio per riscuotere il denaro necessario per liberare la persona che sarebbe in difficoltà. Quando l’uomo ben vestito si presenta alla porta, l’altro è talmente nel panico che gli apre la porta e gli offre tutto quello che ha pur di aiutare il familiare stretto. Gioielli e soldi. Di solito si parla di migliaia di euro. Con questo metodo, in passato, sono state svuotate decine di case.

A questo giro, però, la vittima ha chiuso velocemente la conversazione. "Vado da solo in questura". E ha attaccato. Spesso non va così, purtroppo.

A marzo, una delle ultime truffe raccontate. L’uomo aveva suonato al campanello e si era presentato come “carabiniere”. E, per rafforzare le sue parole, aveva mostrato un tesserino falsificato. Così, con un complice, si era fatto aprire la porta di casa. Una volta dentro, come accade in questi casi, aveva confuso la donna con tante parole riuscendo a distrarla, aiutato dall’”amico”. Quindi era riuscito ad arraffare soldi e gioielli. Un fatto accaduto nella zona di Pisanova, in via Pesenti. Falsi operatori delle forze dell’ordine. I due hanno raggirato la signora che si è accorta del furto solo quando la coppia di uomini se n’era andata. Allora ha constatato che le erano spariti circa 700 euro in contanti e due bracciali in oro per un valore di oltre mille euro in tutto. Molte le scuse utilizzate dai ladri-truffatori: acqua contaminata, avvisi di pericolo imminente. Sul posto, sono arrivati i carabinieri, quelli veri, per raccogliere la testimonianza della vittima, ancora scossa. Le indagini si basano su chi ha precedenti specifici, incrociando la descrizione dei due con le foto nel database. Testimonianze, telecamere, chi li ha visti magari girare nei minuti precedenti nel quartiere.

A. C.