Due offerte per il Porto, ma troppo basse

Ipotesi secondo incanto si decide a fine mese. In campo un investitore italiano e il fondo "Pisa in progress" che ha già acquistato le aree

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di Gabriele Masiero

MARINA DI PISA

Un’offerta vincolante, con caparra già versata e una manifestazione d’interesse. Entrambe però al di sotto dell’offerta minima di 24.331.378 euro prevista dal tribunale rispetto alla base d’asta fissata a 32.441.837 euro. E’ questo l’esito dell’asta di due giorni fa per la vendita dei 287 posti barca, di varie dimensioni e classi, del Porto di Marina di Pisa.

Adesso il commissario giudiziale Francesca Cavaliere e il custode giudiziario Riccardo Dal Monte, porteranno il tutto all’attenzione del tribunale, che con il giudice Marco Zinna, farà tutte le opportune valutazioni anche a garanzia dei creditori. Una decisione sarà presa entro fine mese e l’ipotesi più probabile è comunque che si ricorra a un secondo incanto. E’ tuttavia certamente un fatto positivo per la continuità aziendale che si siano in qualche modo palesati dei soggetti interessati all’acquisto. Così come lo è il fatto che si tratti di due investitori che gli addetti ai lavori giudicano "di primaria importanza". Il nome del soggetto che ha presentato l’offerta vincolante resta top secret. Si sa soltanto che si tratta di un investitore italiano, mentre la manifestazione d’interesse è stata presentata dal fondo "Pisa in progress", controllato dal business man olandese Rob Thielen, ovvero lo stesso soggetto che ha recentemente acquisito le aree edificabili e sulle quali sta predisponendo un piano di rigenerazione urbana per creare una nuova destinazione turistica sul litorale pisano con un albergo a cinque stelle e residenze di alta gamma. Dell’operazione si occupa Marina Development Corporation (Mdc) e la società ha curato anche la manifestazione d’interesse per la marina. Non si tratta di una sorpresa e fu proprio l’amministratore delegato di Mdc, Giuseppe Noto, a rivelare a La Nazione, nei mesi scorsi, che c’era un interesse per il porto e che la società avrebbe valutato la possibilità di acquistare anche i posti barca. Evidentemente la valutazione è stata già fatta anche se individuando un valore per il bacino inferiore a quello stimato dal Tribunale. Ma anche questo era prevedibile. Chiunque acquisterà il porto, tuttavia, dovrà necessariamente lavorare insieme a chi sta realizzando il piano di rigenerazione urbana dell’area di Boccadarno per muoversi in completa sintonia. Se poi fosse lo stesso soggetto, nonostante la crisi che ha messo in ginocchio la stessa Boccadarno, sarebbe salvato il progetto originario che vedeva a braccetto proprio lo sviluppo residenziale con quello portuale-turistico.