"Disturbi di apprendimento nel 20% dei bambini"

Barbara Cerri, logopedista: "Solo il 3%-4% evolve in un dsa, importante agire presto"

Solo pochi anni fa la dislessia non era conosciuta né diagnosticata. Adesso la si affronta con sostegni riconosciuti dalla legge. "E’ stata fatta tanta strada, ma molta deve essere ancora percorsa", spiega Barbara Cerri, logopedista che ha svolto la professione anche all’istituto scientifico Stella Maris.

Dottoressa, ma come si può definire?

"Con dislessia si intende solo uno dei quadri clinici che fa parte dei disturbi specifici di apprendimento (DSA). Questi sono un insieme di quadri clinici caratterizzati da significative difficoltà nella acquisizione di una o più abilità scolastiche. Spesso queste difficoltà sono presenti contemporaneamente, anche se non necessariamente con la stessa intensità".

Quanti i casi?

"L’incidenza dei DSA è piuttosto alta nella popolazione scolastica: nel primo biennio della scuola primaria il 20 % dei bambini presenta delle difficoltà di apprendimento anche se, fra questi, solo un 3/4 % evolve in un specifico disturbo di apprendimento".

Come si individua?

"Il principale criterio diagnostico utilizzato nei DSA è la disomogeneità tra intelligenza e apprendimento; i bambini che presentano questi disturbi, infatti, hanno prestazioni scolastiche inferiori al livello atteso in base al loro quoziente intellettivo".

Ma non esiste solo la dislessia.

"E’ attualmente il disturbo specifico di apprendimento più conosciuto; negli ultimi decenni, infatti, essa ha attratto un crescente interesse nel mondo della scuola, dei servizi sanitari e, più in generale, dell’opinione pubblica. Il termine dislessia, proprio per il fatto di essere il più “popolare”, viene spesso impropriamente utilizzato come sinonimo di qualsiasi tipo di disturbo di apprendimento. Per “dislessia”, però, si intende uno specifico disturbo di acquisizione delle abilità di decodifica della lingua scritta che si manifesta in bambini di intelligenza normale, con adeguate opportunità educative, privi di significative patologie neurologiche o psichiatriche e di deficit sensoriali non corretti. Il bambino dislessico presenta specifiche e persistenti difficoltà nell’effettuare una lettura fluente e accurata (cioè priva di errori o con un numero di errori compatibili con la classe scolastica frequentata). Una dislessia severa può interferire nella comprensione di ciò che il bambino legge".

La diagnosi?

"Può essere fatta al termine della seconda elementare , momento che coincide con il completamento del ciclo dell’istruzione formale del codice scritto. Tuttavia, ai fini di una positiva evoluzione, risulta particolarmente importante la prevenzione o la diagnosi tempestiva. Un fattore fondamentale per una positiva evoluzione del bambino con DSA è l’identificazione precoce dei segnali di rischio già ravvisabili nella scuola dell’infanzia. Fra questi: disturbi linguistici (il bambino ha iniziato a parlare tardi e/o al momento della valutazione possiede una competenza linguistica inferiore all’età cronologica), difficoltà di memoria (verbale, visiva ecc.), difficoltà grafo-motorie e di coordinazione occhio- mano, difficoltà nell’orientamento spazio-temporale, familiarità".

A. C.