REDAZIONE PISA

"Diego era l’ispirazione. Io, a Pisa grazie a lui"

Il capitano nerazzurro Raimondi e la sua scelta di vita nel segno del campione. Il post amarcord di Paolo Brosio: "Volpecina lo fermò..."

Buenos Aires, anno 1995. Un giovane studente di Informatica con il sogno di diventare calciatore esce di casa e si reca alla Bombonera per rivedere il suo idolo. Diego Maradona è appena ritornato al Boca Juniors, squadra in cui avrebbe concluso la carriera due anni dopo. Quel giovane ragazzo si chiama Gabriel Raimondi e da lì a qualche anno sarebbe diventato capitano del Pisa. "All’epoca nella mia stanza avevo un armadio in cui tutti i giorni ritagliavo e attaccavo dai giornali le foto di Maradona – racconta Raimondi. – La mia stanza ne era piena". Raimondi si divideva ancora tra studio e campo: "Convinsi mia madre a lasciarmi provare a giocare a calcio per un anno, avevo appena firmato un contratto per l’Atlanta di Buenos Aires – rivela Raimondi –. Fu anche grazie a Maradona che diventai calciatore e in seguito approdai in Italia". Maradona ha segnato la vita di molti giovani calciatori dell’epoca: "Siamo tutti ragazzi che cercavano di imitarlo e di credere in qualcosa, nella strada che lui ci aveva indicato. In Argentina c’è sempre stato solo Diego. La sua scomparsa è un enorme dolore per tutti gli argentini".

Intrecci sospesi nel tempo, la storia che passa e un uomo che si fa mito. Quante storie attorno a Maradona, anche a Pisa, perché anche all’Arena è passata la storia. L’orologio del tempo si sposta al 1990-91. Il ‘Pibe de Oro’ è al suo ultimo anno in Italia, tra mille polemiche e in viaggio per Pisa avvicina un giovanissimo Zola e gli dice: "Oggi giocherai col numero 10". A fine partita spiegherà di aver dato la sua maglia perché "Zola rappresenta il futuro del Napoli". Fu la prima e ultima volta che Maradona avrebbe indossato la maglia numero 9 nel corso della sua carriera, per una maglia che ancora oggi è oggetto di culto.

Dal "Dio del calcio" a un devoto figlio di Dio, Paolo Brosio, negli anni ‘80 giornalista de La Nazione e addetto stampa del Pisa. "A Napoli il Pisa vinse 1-0 con un gol di Berggreen, con Volpecina che riuscì nell’impresa impossibile di marcare stretto un funambolico Maradona – rivela Brosio sul proprio profilo Facebook –. Al termine della partita gli chiesi di fare una foto e di fare un autografo mi dette un buffetto sulla guancia e mi disse: ‘Seguro mi amigo, hoy jugaste bien’. Andai via da quello stadio convinto di aver abbracciato un essere umano di straordinarie capacità che giocava da Dio".

Quanti duelli con Maradona attraverso un decennio di soddisfazioni irripetibili nella storia del calcio pisano, culminate in una semifinale di Coppa Italia in cui i nerazzurri si fermarono a pochi passi dall’impresa. L’ultimo Maradona ‘pisano’ è datato 2004, quando il giovane regista nostrano Lorenzo Garzella volò a Cuba per intervistarlo e Diego firmò una cartolina con un appello di pace a Pisa e Livorno: "A Pisa e a Livorno: che si faccia la pace". Storie e istantanee che resteranno per sempre immortali.

Michele Bufalino