Dal 25 aprile parte la nostra libertà. La città celebra la Liberazione

Conti: "La guerra nasce sempre da un dittatore". Il prefetto: "Quel giorno le basi per un nuovo patto sociale"

Dal 25 aprile parte la nostra libertà. La città celebra la Liberazione

Dal 25 aprile parte la nostra libertà. La città celebra la Liberazione

di Michele Bufalino

Una lunga giornata di celebrazioni per il giorno della Liberazione. In Piazza XX Settembre, davanti a Palazzo Gambacorti, si è svolta la tradizionale cerimonia istituzionale, preceduta dalla deposizione di una corona di alloro di fronte alla lapide dei caduti. Nel corso della cerimonia hanno parlato il sindaco di Pisa Michele Conti, il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori e il prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro, così come il presidente dell’Anpi Bruno Possenti. Nel suo discorso il sindaco di Pisa Michele Conti ha ricordato che è "dovere di tutti festeggiare la Liberazione. Perché obbliga ognuno di noi a ricordare quel momento della nostra storia". Il primo cittadino pisano ha aggiunto come il 25 aprile sia occasione "per spiegare a noi stessi, ai nostri figli, a chi verrà dopo di noi, che la libertà di cui oggi godiamo ha iniziato a muovere i primi passi nella nostra società proprio a partire da quella giornata". Tra i temi toccati da Conti il legame che lega Pisa a Matteotti: "Tramite la moglie Velia Titta che a Pisa era nata e si era formata - dichiara Conti -. A suo fratello, Ruffo, celebre baritono, è dedicata una sala al teatro Verdi che raccoglie i suoi oggetti e costumi di scena. Ecco, conoscere meglio la nostra storia può aiutarci a comprendere cosa accadde prima dell’avvento e del consolidamento della dittatura".

Nel concludere il suo intervento Conti ha posto l’attenzione sull’attuale situazione geopolitica: "Dopo una dittatura segue una guerra e che una guerra è sempre mossa per prima da un dittatore in cerca di consensi e supremazia di potenza - conclude Conti -. Il mondo oggi vive tempi complessi, crisi economiche, disastri ambientali, guerre che bussano sempre più vicino alle nostre porte".

Il prefetto D’Alessandro si è concentrato sul valore storico della ricorrenza, ricordando quanto sia ancora attuale: "Le popolazioni furono bersaglio dichiarato di bombardamenti, deportazioni e sterminio - dichiara il prefetto -. Dal giorno della Liberazione le cose cambiarono molto rapidamente e si posero le basi per il nuovo patto sociale contenuto nel patto della nascente Repubblica Italiana". Per Massimiliano Angori infine la Liberazione è "una festività che non dev’essere vissuta come una data divisiva. La Liberazione del ‘45 resta un evento sul quale è nata e si fonda la nostra Repubblica e la nostra democrazia". La giornata si è conclusa alle 17.30, in Logge di Banchi, con un concerto a cura della Società Filarmonica Pisana.