Antonia Casini e Michele Bulzomì
Cronaca

«Crepe nei muri delle nostre case. Nel cortile ferri scoperti e calcinacci»

Paura in via Bernini: «Subito interventi o chiameremo un avvocato». Strade dissestate, rifiuti abbandonatiai cassonetti e poca sicurezza

Calcinacci al Cep

Pisa, 9 setembre 2014 - LA CREPA dal terzo piano sta ‘scendendo’ fino al secondo e al primo. E, ora, i residenti si chiedono se quelle case siano sicure. Cristiano Marrocchelli mostra la cicatrice sul terrazzo della sua abitazione al terzo piano di un palazzo di via Bernini al Cep. Sono comparse circa un anno fa. «E’ stato fatto il sopralluogo dai vigili del fuoco. Ci hanno detto che i mattoni, a causa delle infiltrazioni dal tetto, si stanno allargando e, a forza di gonfiarsi, scoppiano». A luglio, dopo il nostro primo sopralluogo, «l’Apes ha inviato una ditta per sistemare la crepa che si era formata in alto, sotto il tetto — spiega Maria Ricci — ma il resto dei problemi è rimasto. Nel cortile, l’intonaco sta cadendo a pezzi, ma anche alcune mattonelle sono divelte, la grata per lo scolo dell’acqua si è sfondata, le colonne mostrano il ferro che fa parte della struttura e l’altro giorno, passando, mi sono ferita con una di queste barre rugginose scoperte. Ci sono le infiltrazioni e era stato portato qui anche un macchinario per controllarle, ma non abbiamo visto nessuno. Stiamo raccogliendo le firme per togliere l’autogestione. Così, infatti, non va». «Sì, perché non è detto che pur essendo in un quartire popolare, gli abitanti non tengano al posto dove stanno», racconta un’altra inquilina. «Bene realizzare nuovi alloggi, ma devono sostenere anche quelli vecchi. Qualcuno imbratta, rompe o sporca? E’ giusto che paghi, ma è altrettanto corretto che sia fatta la manutenzione, altrimenti andrà tutto in malora. Queste colonne, che si stanno sfaldando, reggono?. Anche perché se c’è un ordine maggiore, è anche più facile che le persone siano invogliate a tenere al meglio ciò che usano».

E, insieme, annunciano: «Chiediamo interventi immediati. Sta crescendo la paura. Se non ci saranno risposte, saremo costrette a rivolgerci a un avvocato». Cinzia Michelotti abita al primo piano e anche nella sua casa ci sono più crepe: una nella camera dei bambini, una nella sua e alcune sul terrazzo. «Paghiamo 60 euro al mese di condominio per la pulizia delle scale, per l’autoclave, per la potatura dell’erba e l’ascensore — ci elenca — ma il resto è abbandonato».  AL CEP, centro edilizia popolare, i residenti rimpiangono il passato: «Ci sono più zone degradate e sporche. La raccolta differenziata viene fatta male dai cittadini. Ai cassonetti si trova un po’ di tutto, mobilia e scarti di potatura». «Strade e marciapiedi sono dissestati — ricorda Francesco Mannarino — via Sanzo è piena di buche». «Abbiamo chiesto di mettere il limite di 30 perché le auto qui sfrecciano», aggiunge Piero Lorenzini che lamenta anche problemi di posta. Una lettera dell’Inail, che di solito ha comunicazioni importanti da fare, è stata lasciata a un numero civico diverso da quello indicato. Così la signora destinataria non ha ancora ricevuto l’informativa. In generale, le missive giungono nelle cassette in ritardo». Ha abitato qui per 36 anni, ora, però la sera, una volta chiusa l’edicola nella piazza, esce dal quartiere. Ma, di giorno, è un osservatore privilegiato di quello che accade. «La zona più degradata - mi dicono molti clienti - è quella fra via dell’Argine e via Veneziani. Sotto al supermercato c’era un centro di aggregazione, soprattutto per i ragazzi, ma è stato chiuso. Ci sono poi problemi di piccoli reati che aumentano, in generale, il senso di insicurezza». «C’è bisogno di intervistare le persone?», rincarano marito e moglie che hanno appena finito di fare la spesa. «Basta fare un giro per vedere in che condizioni sono le strade e a che livello è arrivata la sporcizia».