Saverio Bargagna
Cronaca

"Covid, presto l’immunità di gregge: siamo ottimisti"

Il virologo Falcone in consiglio comunale: «Il Covid non sparirà, resterà endemico. Tuttavia oggi il virus morde meno e lo contrastiamo»

Il virologo Marco Falcone

Pisa, 13 aprile 2022 - «Nel giro di pochi mesi sarà raggiunta l’immunità di gregge. Questo non significa che il Covid scomparirà, resterà endemico. Tuttavia, sarà la fine dell’emergenza». E ancora: «Già ora non abbiamo quasi più soggetti in terapia intensiva. I ricoverati di oggi sono anziani fragili a cui anche una malattia simil-influenzale rischia di causare gravi danni». Sono questi i due passaggi chiave dell’intensa relazione redatta dal professor Marco Falcone – docente di malattie infettive a Pisa – in consiglio comunale. Pochi minuti per sottolineare come «il peso del Covid oggi sia completamente cambiato» e come «la medicina, anche nelle ultime settimane, abbia compiuto impensabili passi avanti». 

Un lungo applauso dell’aula accompagna il professore che invita a «guardare con positività al futuro». «Le varianti del virus – precisa l’infettivologo – hanno dimostrato di saper perforare la capacità di prevenzione del vaccino. Eppure, con la terza dose, le conseguenze non sono più drammatiche come un tempo». L’analisi prosegue: «A Pisa è prevalente la variante Omicron2 e si calcola che il virus, in questi mesi, abbia già infettato fra i 10 e i 12 milioni di italiani. Numeri, enormi che però non ci devono preoccupare. Non dobbiamo cadere nell’errore di ragionare in termini quantitativi, ma qualitativi: la malattia non morde un tempo». Dopo 775 giorni di pandemia il giudizio complessivo di Falcone sull’operato dell’ospedale di Pisa «è dunque positivo. Se mi volto indietro vedo più scelte giuste che errori commessi».

  Un tale quadro porta il professore a ritenere «che il prossimo autunno sia probabile una ripresa dei casi, ma questa primavera e questa estate saranno comunque tranquille. Il virus continuerà a cambiare forma, ma il mio augurio è che la malattia non vada più ad impattare sulla nostra quotidianità». Falcone ritiene, inoltre, che difficilmente si ripeteranno pandemie simile «almeno nel giro di qualche decennio. Ciò che abbiamo vissuto in questi due anni, in qualche modo, resterà nella storia come un evento unico». 

Lo sguardo poi rivolge al passato, a quei primi mesi di terrore «ricordo con sgomento quei giorni. A Cisanello abbiamo una foresteria che ospita i parenti dei pazienti che hanno subito un trapianto di fegato. I trapianti erano stati sospesi così quelle stanze erano piene di infermieri e medici che dormivano nella foresteria perché non volevano tornare a casa per la paura di ‘portare il virus in casa’». Il virologo rimarca con forza il ruolo strategico dell’ospedale di Pisa «che è stato fin da subito all’avanguardia nazionale. Non abbiamo cercato cure miracolose che non esistevano, ma abbiamo condotto ricerche attente potendo godere già di strutture specializzate e personale competente. Voglio sottolineare anche l’importante ruolo svolto dai colleghi più giovani». «L’ospedale di Pisa – aggiunge – ha avuto una grande capacità di reazione e abbiamo dimostrato di godere di vere e proprie eccellenze mondiali». Falcone conclude: «Questa pandemia ha cambiato il rapporto fra le persone e perfino quelli fra medico e paziente. Molti malati Covid neppure potevano riconoscere chi stava dietro una mascherina. Oggi, che siamo tornati in presenza, ci rendiamo conto di come, vederci negli occhi, ci dia una energia che – attraverso i collegamenti tramite computer – non può esistere».