
Era un 17enne di origine egiziana il giovane morto affogato dopo un malore nel lago dell’Accesa, a Massa Marittima (Grosseto)....
Massa Marittima (Grosseto), 4 maggio 2025 – “Non ho avuto paura a tuffarmi nelle acque del lago per cercare di aiutare il ragazzo che si era immerso e non era tornato in superficie, ma un po’ agitato ero, questo sì”.
Sono le parole di Tommaso Orioli, 20 anni, uno dei due giovani che giovedì non hanno esitato ad entrare nelle fredde acque del lago dell’Accesa per prestare aiuto al diciassettenne Saber Ahmed Mohamed.
Un aiuto tanto coraggioso quanto, purtroppo, vano: il cuore di Saber non ha mai più ripreso a battere nonostante le manovre di rianimazione praticate prima dagli stessi ventenni (uno dei due due ha il brevetto di bagnino) e poi dal personale medico arrivato anche con l’eliambulanza ’Pegaso’.
Tommaso si è reso conto di quello che era accaduto perché richiamato dalle richieste di aiuto degli altri ragazzi (tutti ospiti di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati con sede a Valpiana) e non ha esitato un attimo a tuffarsi per cercare di salvare Saber, di nazionalità egiziana, che non risaliva in superficie dopo un’immersione.
“Mi sono tuffato e lo vedevo sul fondo del lago ad una profondità di 4 o 5 metri, ma non riuscivo a scendere più a fondo, anche se indossavo la maschera. Il mio amico invece è riuscito a prenderlo e lo ha portato più vicino alla superficie ed allora ho potuto collaborare.
Sulla pedana, dove è stato adagiato il corpo, due persone, che hanno il brevetto di bagnino, hanno cominciato a praticare il massaggio cardiaco ma, nonostante l’impegno prolungato, purtroppo la manovra è risultata inutile. A mio giudizio, frequento molto il lago e ne conosco le insidie, il ragazzo non era tanto bravo a nuotare. Comunque, è un suggerimento che dò a tutti i frequentatori dell’Accesa che intendono nuotare: state vicini alle sponde oppure alle pedane”.
Ed ha ragione Tommaso a sottolineare le insidie di un lago che – oltre ad essere profondo – ha un’acqua a temperature basse anche in questo periodo della stagione.
Intanto, nella frazione di Valpiana, continua il mesto pellegrinaggio di chi, anche non conoscendo il giovane e gli altri ospiti, si reca alla sede del Centro per portare un saluto e parole di condoglianze.
“Ormai fanno parte della nostra comunità – racconta un pensionato arrivato con un mezzo a motore non potendo deambulare – e quando ho saputo dell’accaduto, mi sono sentito in obbligo di venire ad esprimere la mia solidarietà”.
Per quanto riguarda l’autopsia, l’esame dovrebbe essere svolto domani o martedì e l’accertamento dovrà dare una risposta precisa sulle cause del decesso. L’annegamento, infatti, potrebbe essere stato causato da una congestione. E le basse temperature delle acque, appunto, potrebbeo aver giocato un ruolo determinante.
Roberto Pieralli