L'infettivologo Menichetti: "Contagi, una marea in costante crescita"

"I malati ci sono ancora e riempiono le terapie intensive. C’è un’altra vittima. E non sarà l’ultima"

Il professor Francesco Menichetti, direttore di Malattie Infettive dell’Aoup

Il professor Francesco Menichetti, direttore di Malattie Infettive dell’Aoup

Pisa, 12 settembre 2020 - «Non è lo tsnunami di febbraio, ma una marea in costante : i malati ci sono ancora e rimepiono degenze ospedaliere e terapie intensive. Purtroppo c’è stata una nuova vittima anche a Pisa e non sarà l’ultima". Così l’infettivologo, Francesco Menichetti, fotografa la situazione attuale dell’emergenza Covid legata al coronavirus e spiega: "I malati sono un po’ meno, si è ridotta l’età media, ma il virus non è cambiato e quando incontra un ospite con una comorbilità resta potenzialmente letifero. Dunque può uccidere".

Perché questa ripresa? "Nel periodo estivo ci siamo concessi due mesi abbondanti di vacanza: siamo andati in discoteca e nelle isole, abbiamo aperto le frontiere e contribuito a questa ripresa, però, attenzione, non solo legata ai casi di rientro. Per un buon 50% si tratta focolai autoctoni, non solo in Lombardia e Veneto, anche altrove, l’epidemia si è spalmata" .

La preoccupa l’imminente riapertura delle scuole? "Forse l’avrei rinviata a dopo le elezioni, che non sono di per sé un evento nefasto ma una vittoria della democrazia (magari del referendum non se ne sentiva proprio l’urgenza, ma tant’è): tutto questo però può svolgersi con ordine e responsabilità, anche perché non esiste il rischio zero. Abbiamo 40mila aule e investito un mare di soldi in nuovi banchi e una logistica modificata, avremo la medicina scolastica: serve attenzione e un buon programma di sorveglianza che consenta di intervenire subito in modo mirato chiudendo, se necessario, temporaneamente un’aula o un plesso scolastico".

Nessun lockdown generalizzato, dunque, come dice Conte.

"L’affermazione del premier mi pare condivisibile e una previsione non azzardata, che si vada incontro a chiusure mirate di attività, di plessi scolastici o zone geografiche può però essere una possibilità, perché rispetto a prima abbiamo un’importante politica di screening e di tracciamento dei contatti: la metà dei nuovi infetti viene individuata con il tracciamento e per rendere più efficace questa opera di prevenzione si potrebbe alleggerire la durata dell’isolamento da 14 a 10 giorni e rivedere la regola dei due tamponi per considerare un infetto guarito".

Lunedì migliaia di giovani pisani torneranno a scuola, che consiglio darebbe al sindaco? "Conti è persona di buon senso ha a cuore i suoi cittadini. Ma lo invito a richiamare tutti alla responsabilità personale e civile, a partire dalle famiglie dei ragazzi che tornano a scuola, per far sì che i comportamenti fondamentali (distanziamento, mascherina e lavaggio delle mani) siano recepiti anche dai figli".

Quando saremo fuori dal tunnel? "Sono un medico, non un mago. Ma da qui a un anno potremmo fare un primo bilancio dopo avere superato un altro inverno e la stagione delle influenze".

Renderebbe obbligatorio il vaccino anti influenzale? "L’obbligatorietà suscita anticorpi, sono più per la moral suasion, ma non sarei contrario al’obbligatorietà per determinate figure con funzione pubbliche: medici, infermieri, portantini, forze dell’ordine. Una copertura vaccinale obbligatoria in questi settori sarebbe utile".

Le ha dato fastidio la partecipazione di Bocelli, testimonial della sperimentazione sul plasma iperimmune da lei guidata, al convegno negazionista? "E’ stato un inciampo, un equivoco, un episodio immediatamente emendato. La storia di Bocelli è quella di una persona da sempre impegnato nella solidarietà verso il prossimo. Non è in dubbio la sua buonafede".