di Gabriele Masiero
PISA
"L’idea di riaprire il Palazzo dei congress+i, in attesa di costruire un nuovo polo della congressistica nell’area dell’ex Santa Chiara, ci interessa e siamo pronti a fare la nostra parte". Il presidente dell’Unione industriale pisana, Andrea Madonna, interviene nel dibattito pubblico rilanciato da La Nazione dopo la proposta fatta all’Università da Confcommercio per far rivivere il Palacongressi alle Piagge anche attraverso una partnership pubblico-privata. Presidente, non c’è tempo da perdere.
"Noi siamo pronti a sederci subito a un tavolo allargato, magari sotto la regia dell’amministrazione comunale visto che il Palazzo dei congressi è un bene della città, e fare la nostra parte insieme alle altre associazioni di categoria. Purché la ripartenza della congressistica abbia una ricaduta sul territorio. Su questi aspetti si potrebbe anche provare a capire se è interessata a essere coinvolta la Fondazione Pisa (di cui l’avvocato Andrea Madonna è socio, ndr), che è sempre stata molto attenta alle esigenze del territorio, per sostenere le spese di adeguamento strutturale e ammodernamento della struttura per accelerare i tempi di riapertura".
Il futuro prossimo però è inevitabilmente un centro congressi adeguato e moderno.
"E che non può essere pensato e progettato senza una risposta di servizi da parte del territorio che oggi sinceramente non c’è".
A che cosa si riferisce?
"Al fatto che congressi di primo livello che una città come Pisa con le sue tre università è capace di organizzare, richiamano almeno 3-4 mila partecipanti provenienti dall’Italia e dall’estero, e a queste persone devono essere offerti servizi e camere d’albergo con determinati requisiti che oggi non sono presenti in città. Mi riferisco almeno a strutture a quattro stelle, ma oggi non credo che siano presenti più di mille camere con determinati standard di accoglienza. Serve dunque uno sforzo di tutti per guardare in questa direzione. Ecco perché oggi è fondamentale riaprire il Palazzo dei congressi, pur se la sua capienza è piuttosto limitata, perché la città, così com’è sarebbe in grado di assorbire bene la richiesta di ospitalità: numeri più grandi ora come ora sono difficili da gestire per il nostro sistema di accoglienza".
Il tavolo allargato che propone dunque può servire anche a individuare strategie future?
"Può essere una sede dove le associazioni di categoria, insieme ai soggetti pubblici, possono rappresentare un valore aggiunto anche nelle scelte del prossimo futuro. Grandi congressi con migliaia di partecipanti richiedono un’offerta di servizi con standard adeguati, mi spiego: un congresso a Pisa, in città, prevede spostamenti limitati da parte dei congressisti e dunque servono camere d’albergo vicine, certo non possiamo immaginare di far dormire i relatori sul litorale e poi obbligarli a lunghe percorrenze per raggiungere la sede congressuale. Per questo è necessario progettare di pari passo un nuovo polo ma anche un’accoglienza moderna e adeguata per quel tipo di turismo che rappresenta una leva economica significativa del territorio".