
Guerra aperta tra sindacati e Ikea per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale che, dopo anni di trattative, è...
Guerra aperta tra sindacati e Ikea per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale che, dopo anni di trattative, è naufragato. E le organizzazioni dei lavoratori sono già partite alla carica contro la multinazionale svedese che "grazie ai suoi dipendenti - è l’affondo della Filcams Cgil Pisa -, Ikea ha raddoppiato il suo fatturato, eppure ha ignorato completamente le richieste sindacali, voltando le spalle ai propri lavoratori. Nonostante si definisca un gruppo democratico e inclusivo, Ikea non rispetta i suoi stessi principi, facendo richieste inaccettabili come il mancato riconoscimento delle maggiorazioni ai nuovi assunti, un sistema derogatorio sulle professionalità, la cancellazione della ‘malattia statistica’ e l’obbligatorietà del lavoro festivo". I sindacati affermano che "l’azienda, che ha gran numero di lavoratori part time senza possibilità di integrazione oraria, introduce nuovi modelli di business che vedono l’apertura di nuovi punti vendita di prossimità nei quali è impedita l’agibilità alle rappresentanze dei lavoratori". Per questi motivi, la Filcams Cgil di Pisa ha iniziato uno stato di agitazione e l’indizione di "un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, articolato in 8 ore a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale. Il primo - conclude il sindacato - sarà di un’ora a fine turno di sabato 1 marzo".
Da parte della multinazionale svedese fanno sapere di essere dispiaciuti perché "l’impegno dell’azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker" e che "non aveva proposto alcun peggioramento". In particolare, la proposta di Ikea "intendeva incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e creare un premio uguale e inclusivo accessibile a tutti i co-worker, con un significativo aumento degli importi: per un addetto vendita full time l’importo del premio avrebbe superato i 2mila euro lordi. Inoltre - continua la nota di Ikea -, sarebbero stati previsti maggiori investimenti in formazione per sostenere i percorsi di sviluppo dei co-worker attraverso l’accrescimento delle competenze specialistiche, e l’introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da poter spendere su una piattaforma di welfare in beni o servizi. Infine - conclude l’azienda -, la nostra proposta comprendeva un supporto alle persone che accedono a percorsi di procreazione medicalmente assistita o percorsi di transizione di genere".
Ikea ribadisce di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal Contratto Integrativo vigente. In tal senso, ad applicare il Contratto Integrativo vigente e con esso tutti i benefici in esso previsti.
Mario Ferrari